L’ipocrisia di ospitare Gabriele Muccino al Sanremo contro la violenza sulle donne, la difesa di Hunziker e Favino

La presenza di Gabriele Muccino al Sanremo contro la violenza sulle donne è un cortocircuito che non turba Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino: le dichiarazioni in sala stampa


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La questione è approdata in sala stampa con notevole ritardo rispetto ai fatti, ma ha rappresentato plasticamente tutta l’ipocrisia di un Festival delle buone intenzioni che inciampa in un cortocircuito nel momento in cui decide di ospitare Gabriele Muccino al Sanremo contro la violenza sulle donne. Fiori appuntati sul petto, appelli dal palco, tanta retorica sulla violenza di genere e poi ecco spuntare un super-ospite accusato proprio di questo odioso reato. Possibile che nessuno si sia posto il problema di quanto la presenza si Muccino, ospite col cast del suo ultimo film A casa tutti bene per la classica promozione tv, col clima generale e l’etichetta che, un po’ forzatamente, è voluto attribuire sin dall’inizio a questo Festival?

A domanda sull’incoerenza della partecipazione di Muccino al Sanremo contro la violenza sulle donne, Michelle Hunziker ha risposto sostenendo che “per accusare qualcuno ci vogliono prove“. Un classico del victim shaming quando si tratta di casi del genere. E la Hunziker, presidente della Fondazione Doppia Difesa che fornisce supporto legale alle donne vittime di violenza (sulla cui effettiva attività un’inchiesta del Fatto Quotidiano ha gettato diverse ombre proprio alla vigilia di Sanremo), dovrebbe saperlo.

Peccato che le prove di cui parla la Hunziker siano già state oggetto di un procedimento giudiziario e che la moglie del regista – Elena Majoni, violinista e moglie di Muccino per dieci anni con cui ha avuto un figlio – che lo ha accusato di diversi episodi di violenza entro le mura domestiche, abbia già ottenuto la custodia esclusiva del figlio con una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Come riporta il Corriere della Sera, il processo si era inizialmente chiuso senza condanna anche perché il testimone principale della violenza, il fratello minore Silvio Muccino, in un primo tempo non aveva confermato in tribunale le accuse al regista, per poi cambiare la sua posizione nel 2015 e sostenere la versione della Majoni. Accuse ribadite da entrambi in due interviste a L’Arena di Massimo Giletti nel 2016 e nel 2017. Gabriele Muccino aveva chiesto alla ex moglie un risarcimento per averlo diffamato a mezzo stampa proprio per quell’intervista in cui aveva parlato delle violenze subìte, ma la musicista ha rifiutato qualunque proposta di accordo di mediazione. Un processo penale è tutt’ora in corso a carico di Muccino presso il Tribunale di Ravenna, con un’udienza fissata a marzo 2018.

Per Michelle Hunziker, però, tutto ciò non basta nemmeno ad insinuare un dubbio sull’opportunità che Muccino venga lodato sul palco di un Sanremo tutto tarato sul politically correct e sulle medaglie al petto (che in questi casi sono fiori) per la lotta alla violenza di genere.

Non sono a conoscenza dei fatti, lui è stato accusato ma non penso sia stato a processo, mi spiace non sono informata sui fatti. Non posso rispondere alla domanda, non mi sono posta il problema, ma non si può accusare una persona se non si ha la certezza di cosa si è successo. Anche con la mia Fondazione Doppia Difesa facciamo un percorso legale per capire cosa è successo e ci sono dei processi.

Sull’argomento è intervenuto anche il co-conduttore Pierfrancesco Favino, già nel cast de L’ultimo bacio e Baciami ancora, ora protagonista del nuovo film A Casa Tutti Bene in uscita il 14 febbraio.

C’è un’azione legale che ancora non ha chiarito nulla di tutto questo e proprio dal punto di vista umano, se c’è una persona accusata nonostante un’azione legale che non ha ancora portato ad una conferma di quanto detto, mi sento di dire che un’accusa deve avere la stessa possibilità di essere comprovata da entrambe le parti: prima di dare del mostro o dell’aggressore a qualcuno bisogna provarlo, altrimenti le etichette sono pericolose.

Per farsi un’idea di quelle che sarebbero solo “etichette”, non è più disponibile il video ma ci sono i resoconti dell’intervista della Majoni a L’Arena.