Dragon Ball FighterZ Recensione, una nuova era per i tie-in nipponici

Dopo aver spolpato per bene la nuova e magnifica creatura di Arc System Works, siamo pronti a dire la nostra su Dragon Ball FighterZ!


INTERAZIONI: 56

Che Dragon Ball FighterZ fosse un titolo completamente diverso, rispetto a ciò che l’industria di tie in nipponici ci ha abituato in questi anni, lo si era ampiamente capito dalle immagini trasmesse durante il suo primo annuncio all’E3 2017: era la conferenza Microsoft e, nel marasma di giochi e partnership esclusive annunciate dal colosso di Redmond, spuntarono le prime sequenze gameplay di questa perla assoluta targata Bandai Namco e sviluppata da Arc System Works – un team il cui nome, per gli appassionati di picchiaduro, dovrebbe essere sinonimo di garanzia semplicemente citando un solo titolo: Guilty Gear. Abbiamo seguito con attenzione e interesse lo sviluppo di FighterZ, pregustandone l’uscita e assaporandone ogni scatto e gameplay: l’opera degli Arc System ha sempre trasudato passione pura e amore assoluto nei confronti del franchise cui si ispira, quel cult meraviglioso che è Dragon Ball e che ancora oggi spiana la strada a moltissime opere shonen di cui la saga di Akira Toriyama è capostipite indiscussa. Il prodotto finale, approdato sui nostri scaffali lo scorso 26 gennaio, non ha fatto altro che confermare le sensazioni avute nel corso degli ultimi mesi.

 Un’opera unica

Sciogliamo subito ogni dubbio: Dragon Ball FighterZ non è assolutamente Xenoverse, toglietevelo dalla testa. E non è niente di simile ai recenti Battle of Z, Ultimate Tenkaichi, Raging Blast, Burst Limit. Né, non di meno, può essere associato a Budokai Tenkaichi 3 – da molti ritenuto come la più grande incarnazione videoludica di Dragon Ball, complice più che altro il roster a dir poco immenso, oppure a Final Bout. Forse FighterZ ha qualcosa di Budokai, ma credeteci quando vi diciamo che in comune c’è soltanto la filosofia d’essere un picchiaduro in due dimensioni – nel caso del gioco di Arc System, però, parliamo di 2.5D. Dragon Ball FighterZ è qualcosa di, semplicemente, mai visto prima, sia sotto il profilo visivo che tecnico: il videogioco realizzato dai creatori dei vari Guilty Gear e BlazBlue (ma anche di Dragon Ball Z Extreme Butoden per Nintendo 3DS) non tradisce minimamente lo spirito che contraddistingue il marchio di fabbrica di Arc System Works, e cioè un gameplay estremamente competitivo e colmo di tecnicismi per i giocatori in cerca di un alto tasso di sfida. Tuttavia, e questo lo si deve principalmente al nome del marchio che porta, Dragon Ball FighterZ presenta un sistema di meccaniche di base che lo rendono accessibile anche ai giocatori meno esperti, grazie a dei comandi di approccio piuttosto semplici e alla possibilità di concatenare certe combo basilari in maniera quasi automatica, in modo da poter dar vita a spettacolari esecuzioni senza neanche impegnarsi troppo.

L’anima competitiva di FighterZ emerge tutta nel “sottobosco”, nell’intricato sistema di combo che i gamer pro riusciranno a padroneggiare per dar vita a match intensi e competitivi e che proiettano l’opera di Arc System a un passo dal mondo degli eSport. Ognuno dei ventiquattro personaggi che compongono il roster del gioco risulta, peraltro, eccezionalmente bilanciato: ciascuno di essi presenta delle statistiche in cui può più o meno eccellere o essere specializzato, in modo da rendere ogni combattente un esempio unico e sui generis rispetto agli altri attori in gioco. In questo modo, ogni protagonista giocabile risulterà una vera e propria scoperta da gustare e approfondire fino all’ultima combo, e in tal senso non si può far altro che lodare la bravura del team di sviluppo in termini qualitativi e quantitativi: qualcuno avrà di sicuro storto il naso di fronte a “soli” 24 lottatori, soprattutto in virtù di ciò che hanno offerto negli anni i roster dei precedenti videogiochi dedicati a Dragon Ball. In realtà, scoprirete che quello di FighterZ è un roster di tutto rispetto, che cerca di non tener fuori nessun personaggio essenziale e che – proprio per il numero “ridotto” di personaggi – garantisce quella qualità ludica, in termini di bilanciamento nonché di combat system variegato e altamente tecnico, che finora abbiamo elogiato.

Se giocherete con Crilin e C18, assisterete a una Super senza C17…

Elogio a Toriyama

Ma, ancora più di un gameplay finemente tratteggiato, ancora più di un comparto visivo che (a mani basse) possiamo definire come il più bello e spettacolare mai proposto in un videogioco ispirato a un anime – grazie al livello di dettaglio elevatissimo apportato al character design e alla palette cromatica di personaggi e ambientazioni – a risplendere di luce vivida è la fedeltà spiazzante che il team di sviluppo ha riposto nei confronti dell’opera di riferimento. Dragon Ball FighterZ è una lettera d’amore alle tavole del manga del maestro Toriyama e ad alcune delle scene più iconiche di ogni incarnazione animata del franchise: ogni singola movenza dei lottatori – da un semplice pugno a un’onda energetica ben assestata, senza contare le animazioni o le scene di ogni lottatore all’inizio o alla fine di uno scontro – sono una celebrazione, un omaggio, una riproposizione perfetta dei momenti più memorabili in cui Toriyama-sensei ha ritratto i suoi protagonisti.

Gli easter egg non si contano, dalle cutscene segrete nello Story Mode alle cosiddette Conclusioni Spettacolari, ovvero delle particolari sequenze che (rispettando determinati parametri nelle battaglie online o in locale) daranno vita ad alcune delle scene più iconiche della storia di Dragon Ball: se, per esempio, sconfiggerete Freezer nei panni di Goku con un Attacco pesante su Namecc distrutto, si attiverà la Conclusione in cui il tiranno cerca di colpire Goku alle spalle, ma morirà rovinosamente sopraffatto da un’onda energetica lanciata furiosamente dal Super Saiyan. Insomma, come detto in precedenza Dragon Ball FighterZ trasuda vera e propria passione nei confronti dell’opera originale da ogni poro e rappresenta un raro esempio di sublime e ragionato fan service mai fine a sé stesso, ma piuttosto arricchito e completato da un’offerta di contenuti di tutto rispetto.

Provate sconfiggere Cell con Gohan…

Androide 21

Abbiamo citato pocanzi lo Story Mode di Dragon Ball FighterZ: la storia per giocatore singolo porta la community a vivere una trama decisamente particolare, le cui fila sono tirate da un personaggio creato e disegnato da Akira Toriyama in persona. Parliamo, ovviamente, di Androide 21, dietro le cui macchinazioni si nascondono i segreti e i misteri che colpiscono i protagonisti del gioco. Il racconto è strutturato in modo che il giocatore impersoni una sorta di “anima” in grado di possedere i protagonisti e i villain di tutto Dragon Ball, controllandoli e conducendoli nel corso della trama per smascherare il mistero dietro C21 e il suo curioso piano, dietro il quale agiscono misteriosi cloni oscuri dei nostri eroi e cattivi preferiti. Lo Story Mode di FighterZ si dipana attraverso delle mappe ramificate che il giocatore dovrà attraversare, e lungo le quali si troveranno numerosi scontri da portare a termine componendo il proprio team ideale: è presente anche un rudimentale sistema di progressione, che vi permetterà non soltanto di far crescere i vari personaggi di livello (e, in tal modo, sbloccare delle “Fasi” di collegamento con essi, ovvero delle cutscene di dialogo tra il giocatore e i personaggi stessi) ma anche di equipaggiare la squadra con oggetti volti ad aumentare le proprie statistiche e a sopravvivere anche contro i nemici di livello più alto.

La storia presenta una longevità notevole: circa 10-15 ore per portarla a compimento tenendo conto di ogni elemento secondario, qualcosa in meno invece se procederete spediti unicamente verso le boss fight principali. Fare in questo modo, però, vi toglierà gran parte del divertimento: l’aspetto più interessante dello Story Mode, che si divide in tre archi narrativi distinti e separati, risiede proprio nelle varie combinazioni segrete e nell’alto tasso di rigiocabilità volto a scovare ogni indizio secondario. A seconda dei team che comporrete, infatti, potrete sbloccare dei siparietti che, nella maggior parte dei casi, rispondono a delle questioni irrisolte o a dei grandi quesiti posti dai fan in questi anni, attraverso cutscene e dialoghi alle volte davvero spassosi: ad esempio, cosa ne pensa Gotenks delle pose da supereroe di Gohan? Cosa accadrebbe se Vegeta incontrasse nuovamente Nappa o se Piccolo sbattesse in faccia a Yamcha il suo essersi lasciato scappare l’amore di Bulma, che ha scelto Vegeta per metter su famiglia? Tutto questo, e moltissimo altro, prenderà vita in quella che forse risulterà la feature più intrigante dello story mode: sia chiaro, la qualità del racconto è tutto sommato buona e la Storia di FighterZ ha il merito di osare quanto basta per renderci tutto sommato soddisfatti, ma è anche vero che il ritmo della narrazione non è sempre ad alti livelli e il finale di ogni arco narrativo è piuttosto frettoloso.

Le cutscene dello Story Mode presentano una qualità incredibile…

Tra Online e Arcade

Dragon Ball FighterZ presenta una buona offerta di contenuti single player e online che andrà sicuramente arricchita: in ogni caso, i giocatori potranno partire da una lobby in cui, in caso di connessione, sarà possibile ad ora effettuare incontri semplici o classificati nel Torneo Mondiale e match PvP: questi ultimi sono disponibili attraverso le feature dell’Arena (che associa casualmente i giocatori) o del Ring, che permette di creare partite personalizzate. A tal proposito, il titolo ha sofferto di gravi problemi che hanno compromesso la stabilità dei server in fase di open beta: al lancio, i server di gioco si sono presentati in ottima forma e il matchmaking non ha dato alcun problema, ma purtroppo ad oggi la funzionalità del Ring (cioè quella potenzialmente più interessante e divertente) continua a far impensierire numerosi giocatori che non riescono ad accedervi.

Un vero peccato: una piccola magagna che mina, anche se di poco, la valutazione finale di un gioco che sfiora a tutti gli effetti la perfezione assoluta. In ultima analisi, l’offerta per giocatore singolo di Dragon Ball FighterZ include anche un Arcade utile per cimentarsi a livelli di difficoltà sempre più alti, oltre a rappresentare uno dei metodi per sbloccare Goku e Vegeta Super Saiyan Blue. La lobby risulta un ambiente piuttosto ricco e pieno di possibilità: i giocatori potranno avvalersi di un avatar personalizzabile e, tramite il negozio e un timido sistema di microtransazioni in-game, arricchire i personaggi presenti di colori, frasi, emote, titoli e quant’altro.

La Lobby presenta ancora qualche area spoglia…

Conclusioni

Dragon Ball FighterZ non è semplicemente un ottimo picchiaduro: è il tie-in quasi perfetto, ciò a cui dovrebbero anelare d’ora in poi le produzioni videoludiche ispirate a fumetto o una serie animata nipponici. L’opera di Arc System Works è un omaggio costante alle tavole del manga di Toriyama, alla variopinta palette cromatica dell’anime, il tutto attraverso un comparto grafico e tecnico dal valore semplicemente incredibile. Con delle meccaniche di gameplay accessibili quanto basta per appassionare i neofiti e un sistema intrinseco in grado di stimolare quelli più competitivi, il tutto arricchito da un buon roster ottimamente bilanciato, modalità accattivanti e una Storia longeva, intrigante e colma di segreti, l’unico vero difetto sta in una non proprio eccelsa stabilità dei server online – soprattutto per quanto riguarda la feature dei Ring, che a conti fatti risulta ad oggi quella più divertente. Chi ama Dragon Ball non potrà non amare FighterZ e i suoi easter egg, chi vive di picchiaduro non potrà non rimanere estasiato di fronte al gameplay spettacolare e competitivo della nuova creatura di Arc System Works.

Sì, Arc System: avete fatto proprio centro!

Pro

Contro

VOTO FINALE: 9/10