Un’intervista di Riki a Io Donna ha rivelato alcuni aneddoti sugli inizi del cantante nel mondo della discografia. Da Amici di Maria De Filippi al successo nazionale, Riki ha già ottenuto tre dischi di platino per Perdo le Parole e il disco d’oro per l’ultimo album Mania, pubblicato lo scorso 20 ottobre. Ma per il cantante di Sei Mia non è stato così semplice arrivare alla fama.
In un’intervista a Io Donna, Riki ha rivelato aneddoti sul suo passato, e sui primi tentativi di approdo nel mondo della musica italiana, prima della scuola di Amici.
“Solo un anno fa, quando mi presentavo dai discografici con lo stesso disco di ora, mi rispondevano che non se la sentivano di investire su di me“.
Tra i motivi per cui le case discografiche non volevano puntare su Riki, oggi fenomeno delle radio e con un incredibile seguito, la questione dei pochi followers in rete. Sembra quasi difficile da credere, dato lo straordinario successo di Riccardo Marcuzzo, la cui pagina Riki, conta ora su Facebook 245 seguaci e su Twitter altri 80 mila.
“Un pochino di delusione, di rammarico c’è, per lo scoprirsi delle logiche delle case discografiche”, ha ammesso Riki a Io Donna, che da maggio è costantemente protagonista della scena musicale italiana e delle classifiche di vendita e streaming. “La sfida, ora, è proseguire questo percorso, senza la forza ed il vantaggio di essere in onda tutti i giorni in televisione”.
Ed è quello che Riki sta facendo negli ultimi mesi, stabilmente in vetta, prima con l’EP Perdo Le Parole, pubblicato a seguito del secondo posto ad Amici di Maria de Filippi, e attualmente con l’album d’esordio Mania, che nel giro di una settimana è stato certificato disco d’oro. Addirittura, il nuovo album di Riki ha battuto la rocker Gianna Nannini, che nella classifica Fimi del 3 novembre ha debuttato in seconda posizione con l’album Amore Giante, appunto a seguito di Mania di Riki.
E sulla diatriba dei talent show, il cantante rivela che la cosa più importante di tutte è rimanere fedeli a sé stessi. E si espone: “Mi sono fatto l’idea che sia la persona che fa il talent e non il talent che fa la persona. Per questo motivo alcuni restano e altri no. La televisione non fa miracoli”.