La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra, morte alle legioni di Sauron! – Recensione PS4, Xbox One, PC

Talion e Celebrimbor tornano, forti di un nuovo Unico Anelli e incredibili poteri che gli permetteranno di sgominare le legioni dell'Oscuro Signore.


INTERAZIONI: 8

A circa tre anni di distanza dall’ottimo primo capitolo, Monolith Games propone La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra, sequel de L’Ombra di Mordor che perfeziona ed espande l’originale filosofia di gioco proposta dalla precedente iterazione. L’avventura di Talion porta sulle spalle la pesante eredità di unico (almeno per ora) esponente videoludico moderno della mitologia appartenente all’universo de Il Signore degli Anelli e lo fa presentandosi ai giocatori con un’atmosfera che soddisferà in parte tutti gli appassionati.

Anelli, ragni e Nazgul

Le vicende de La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra si collocano esattamente dove si erano concluse quelle de L’Ombra di Mordor, con Talion e Celebrimbor (lo spettro del leggendario forgiatore di anelli, intrappolato nel corpo del ramingo non-morto) pronti a forgiare un nuovo Unico Anello in grado di rivaleggiare con quello portato al dito da Sauron – e, in seguito, disperso dopo la morte del Re degli uomini Isildur, come gli amanti dell’opera di Tolkien e del film di Peter Jackson sapranno bene. L’obiettivo dei protagonisti sarà quello di radere al suolo le legioni e i presidi di Sauron in tutte le varie regioni di Mordor, in una collocazione temporale situata tra le storie de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. L’epopea di Talion e Celebrimbor include, tuttavia, alcune soluzioni narrative che in parte cozzano o rivisitano (a volte anche pesantemente) la lore tolkeniana nota e riconosciuta: l’intera storia, ad esempio, viene narrata da una Shelob quanto mai inedita: la mostruosa creatura ragnesca, secondo la sceneggiatura dell’opera di Monolith, risulta in possesso di poteri che la rendono incredibilmente potente rispetto a ciò che vediamo nei film o leggiamo nel romanzo, oltre a poter assumere un’inspiegabile e avvenente forma umana. La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra si divide in diversi atti, ognuno scandito da una serie di avvenimenti specifici che colmano o completano alcune vicende ambientate tra le due principali storie imbastite da Tolkien: attraverso gli occhi di Talion, quindi, si vivrà la caduta di Minas Ithil e la sua conseguente mutazione in Minas Morgul, così come ad alcune sotto-storie di approfondimento legate ai Nazgul e altre piccole “chicche”, che fungeranno da collante con La Compagnia dell’Anello e che non vi sveleremo onde evitare grossi spoiler. Quel che c’è da sapere, in generale, sulla campagna proposta dai ragazzi di Monolith, è che la narrazione procede a passi piuttosto altalenanti.

Per domarli tutti

La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra è un titolo eccezionalmente longevo, grazie alla trama proposta e soprattutto ai contenuti proposti all’interno del gioco. Tuttavia, la storia principale è costellata di alti e bassi e, a un certo punto della progressione, si ha la sensazione che non esista un vero e proprio picco narrativo in grado di dare il la alla trama: per contro, il mondo di gioco si propone in tutta la sua vastità e quantità, con una serie di attività e collezionabili da raccogliere. In sostanza, nel corso dell’esperienza, non ci si annoia mai nel progredire attraverso le varie aree, contaminando l’avanzamento narrativo con l’apprezzato e collaudato Sistema Nemesi. Si tratta di una feature che ha esordito ne L’Ombra di Mordor e che, per certi versi, rappresenta una proposta unica nel panorama dei videogiochi action adventure: attraverso un intricato sistema gerarchico, infatti, certe categorie di orchi potranno diventare dei bersagli da eliminare o da reclutare nella propria armata, il tutto volto alla conquista delle Fortezze situate in ogni ragione esplorabile – completare queste fasi di conquista, peraltro, risulterà l’obiettivo di gioco principale per arrivare al finale. Il Nemesis System, rispetto al primo capitolo, riesce ad evolversi ulteriormente in un sistema ancora più intricato, valorizzato da un’esperienza procedurale ancora più vasta e da una varietà di nemici molto maggiore. Insomma, ne La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra c’è di che divertirsi: il mondo di gioco offre una serie di missioni, storie, attività e collezionabili da gestire, il tutto unito a centinaia di orchi (tra soldati semplici e comandati) da sgominare. Il problema reale della produzione risiede proprio, come già detto, nel diventare nel lungo periodo soggetta a un certo grado di ripetitività e monotonia, senza che la narrazione riesca a decollare in maniera omogenea nel corso della trama.

Lo direste che NON c’è la mano di Peter Jackson?

Per Gondor

Sotto il profilo del gameplay ci troviamo, senza ombra di dubbio, di fronte a un titolo derivativo sia nei confronti del suo predecessore sia nei confronti di altri grandi esponenti di questo genere, in particolare targati Warner Bros. Che l’avventura si confermi in toni più grandi, ampi ed epici rispetto all’Ombra di Mordor lo troviamo un aspetto giusto e coerente, in linea con la filosofia di una produzione che – al netto di qualche sbavatura – si propone ai suoi fan con una qualità notevole. Sul fronte del combat system e del comparto stealth, invece, è di indubbia evidenza l’impronta fornita dal Batman Arkham di Rocksteady, con un gameplay di combattimento basato su attacchi, contrattacchi ed esecuzioni speciali – impreziosite da un sistema di progressione e crescita del personaggio, che a seconda dei punti abilità spesi potrà potenziare ogni singola abilità di Talion. Non è un elemento per forza negativo, questo, poiché il combat system e l’atmosfera imbastita da Monolith Games riesce a riproporre tutta l’epicità delle grandi battaglie appartenenti all’incredibile immaginario di Tolkien, trasposte in un’estetica chiaramente ispirata alla trilogia cinematografica premio Oscar di Peter Jackson. A ciò si aggiunge anche un buon sistema di crafting di equipaggiamenti e armi, finalmente non più relegate soltanto alle semplici rune in grado di aumentare le statistiche: ogni arma, armatura o mantello sarà diversa dalle altre, il tutto in una varietà di oggetti non enorme ma comunque soddisfacente. L’esperienza in giro per Mordor è impreziosita anche dalle Faide online, eventi con funzioni di connettività che permetteranno ai giocatori di interagire col Sistema Nemesi di altri utenti: sempre nell’ottica dell’online ci sarebbe anche la questione delle mictoransazioni, che permette alla community di acqistare (con valuta in game o valuta reale) delle casse extra contenenti capitani ed equipaggiamenti di livello sempre maggiore a seconda del box selezionato: una feature, questa, che ha suscitato valanghe di polemiche da parte della community. A conti fatti, in realtà, le loot box non rappresentano una mina effettiva all’esperienza di gioco, ma vanno individuate come un’opzione di scelta che si applica esclusivamente al metro di giudizio dei giocatori.

Conclusioni

La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra è un’avventura impreziosita di tantissime attività da svolgere e una marea di orchi di ogni tipologia da uccidere: l’intera esperienza ricrea perfettamente lo spirito e l’immaginario dell’opera tolkeniana, unito all’atmosfera visiva e sonora dell’acclamata produzione cinematografica di Peter Jackson. Qualche piccolo espediente narrativo, che pone alcuni problemi di continuity con l’opera originale, potrebbe certamente far storcere il naso ai fan più puristi del classico di J. R. R. Tokien, ma nel complesso l’epopea finale di Talion rappresenta un buon collante tra le vicende narrate ne Lo Hobbit e quelle viste ne La Compagnia dell’Anello. Un mondo di gioco vastissimo e diverse missioni si accompagnano alla conferma di un ottimo Nemesis System e di alcune, classifiche feature di progressione del personaggio in classico stile GDR, tra abilità, livelli e crafting di armi ed equipaggiamenti. La produzione, tuttavia, presta il fianco a un elemento di ripetitività generale che, a volte, neanche una trama troppo piatta o l’intricato Sistema Nemesi riesce a salvare, non fosse per un gameplay adrenalinico e curato nei minimi particolari (e animazioni), capace di soddisfare qualunque appassionato di videogiochi action.

Pro

Contro

VOTO FINALE – 8/10