Destiny 2 è un’esperienza unica, nel bene e nel male – Recensione PS4, Xbox One, PC

Destiny 2 è croce e delizia per la sua community: una struttura ludica a dir poco eccelsa presta il fianco ai soliti - e nuovi - problemi...

Destiny 2

INTERAZIONI: 37

Destiny 2 rappresenta il fulcro di un nuovo modo di intendere l’esperienza del videogioco come forma di condivisione tra gli utenti, oltre che la naturale evoluzione di un’idea di gaming per certi versi unica, che già il primo capitolo del 2014 aveva prepotentemente imposto sul mercato. L’originale Destiny, pur con i suoi difetti ed evidenti problematiche che hanno fatto storcere il naso – in più di un’occasione – alla sua vastissima community, ha scalato l’Olimpo dei videogiochi imponendosi come uno dei pilastri dell’attuale generazione: per questo motivo Destiny 2, disponibile dal 6 settembre per PS4 e Xbox One e in arrivo invece per PC il 24 di ottobre, è stato uno di quei titoli la cui attesa ha trasceso ogni concetto definibile sotto la targetta di “hype”. Noi ci siamo presi tutto il tempo per analizzare la nuova creatura dei ragazzi di Bungie – in parte quasi per forza, considerata la natura problematica di alcuni aspetti della produzione – e ora siamo pronti a esprimere il nostro giudizio.

Ritrovare la Luce

La novità più grande, e per certi versi più gradita in assoluto, in Destiny 2 è l’implementazione del fattore narrativo nell’esperienza di gioco: la presenza di una campagna, che può essere tranquillamente vissuta in giocatore singolo (previa, comunque una connessione ai servizi online del gioco) ha di certo aumentato il respiro della produzione e la fetta d’utenza interessata all’acquisto. La trama proposta, poi, riesce a imporsi al giocatore sia introducendo in maniera più o meno adeguata i neofiti sia soddisfacendo i veterani che hanno spolpato in ogni angolo il primo capitolo: ciò è reso possibile da rimandi, situazioni e soprattutto comprimari che tengono conto di tutto il progetto legato al primo Destiny, comprese le aggiunte derivate dal Pass Espansioni.

Per questo motivo chi approccia Destiny 2 senza aver mai giocato Destiny 1, pur godendo appieno di una trama tutto sommato appassionante e ben diretta in termini artistici, non si ritroverà a cogliere moltissime citazioni che rimandano alla corposa e complessa lore imbastita da Bungie, mentre chi ha letteralmente consumato il suo Guardiano negli ultimi tre anni potrà godere in maniera molto più completa di ogni singolo rimando narrativo. Detto questo, ci ritroviamo di fronte la più classica storia di redenzione e vendetta, con il malvagio Ghaul che prende di mira e distrugge la casa dei Guardiani con l’obiettivo di controllare il potere del Viaggiatore, costringendo tutti i possessori della Luce a un drammatico esodo. Obiettivo del protagonista, il Guardiano che sarà impersonato dal giocatore seguendo i più classici dettami della creazione del proprio personaggio (un timido editor di aspetto e la conseguente scelta di classe tra Stregone, Cacciatore e Titano), sarà quella di radunare tutti i comprimari necessari alla formazione di una resistenza contro il dominio di Ghaul.

In una galassia lontana e vasta, ma…

L’intera esperienza di gioco in Destiny 2 – che sia storia o altre attività, divise tra eventi o modalità multiplayer – si svolge nell’ecosistema di alcuni pianeti: a parte il Rifugio, i giocatori potranno esplorare delle vastissime macroaree tra i vari Terra, Titano, Nessus e Io: ognuno di questi pianeti presenterà una porzione di trama principale e una serie di attività secondarie, le Avventure, che amplieranno moltissimo la formazione e la longevità del titolo. Le Avventure non sono un semplice elemento riempitivo, ma diventano essenziali alla formazione del proprio Guardiano e sono da condurre in maniera trasversale a ogni missione storia: esse, infatti, permetteranno ai giocatori di sbloccare equipaggiamenti e acquisire esperienza per salire di livello e coltivale le abilità della propria Sottoclasse in modo da “resistere” nel mondo di gioco alle continue sfide cui si è messi alla prova. Nel corso delle mappe, infatti, le missioni Storia e le Avventure si mischieranno a una serie di attività a tempo che, se portate a termine, sbloccheranno equipaggiamenti particolarmente potenti. Il tutto si esplica in un sistema di progressione fortemente dinamico, che tuttavia arriva sul finire dell’avventura con molto poco da dire, avendo raggiunto un picco che per adesso resta quello massimo.

Qui arriviamo all’aspetto cruciale del gioco, poiché è nella sua fase end game che Destiny 2 – in quanto un prodotto basato fortemente sulla condivisione tra i giocatori – dovrebbe mostrare tutti i suoi muscoli da MMORPG da antologia. Questo il nuovo titolo del team di Bungie lo fa solo in parte, poiché è facile cadere preda di un loop di attività – che trova principalmente in modalità come il Crogiolo, le Incursioni o i Cala La Notte – che, in assenza di un massiccio supporto online alla community del titolo, rischierà facilmente di stancare chi non è disposto a riservare troppo amore alla sua filosofia di gaming, pur avendo scelto di concedere una chance all’intera esperienza. L’offerta base dei contenuti, in ogni caso, resta ampiamente soddisfacente e regalerà ai giocatori una più che massiccia dose di ore di gioco, elaborando quel concetto di profonda condivisione dell’esperienza tra i giocatori come probabilmente nessun videogame (o davvero pochi di essi) è riuscito a fare.

Croce e delizia

Venendo all’aspetto puramente tecnico, Destiny 2 è probabilmente uno dei migliori FPS mai realizzati: il design e la varietà delle armi, e soprattutto il feeling con esse pad alla mano, fa certamente scuola nella concezione artistica e ludica di un’ambientazione in stile sci-fi. Il gunplay è, semplicemente, fluido e cristallino come nessuno sparattutto in prima persona è finora riuscito a proporre, restituendo al giocatore una piena soddisfazione per ogni tipologia di proiettile o attacco messi a segno. Dal punto di vista visivo ci troviamo di fronte a un titolo che riesce a sorpassare quanto di buono visto nel primo capitolo e che dimostra anche di far vedere grandissime cose sul piano puramente cinematografico: le cutscene della modalità storia di fattura estremamente pregevole dal punto di vista grafico, senza contare l’eccezionale qualità di una colonna sonora che non sfigurerebbe di fronte al più grande kolossal cinematografico.

In un mosaico di tantissime luci e qualche ombra, come abbiamo evidenziato  finora, emerge però l’aspetto più negativo della produzione: sin dal lancio, infatti, Destiny 2 è stato afflitto da una serie di problemi più o meno gravi. Tralasciando i piccoli bug e i glitch che in una produzione del genere possono presentarsi – e che, periodicamente, vengono fixati dai ragazzi di Bungie attraverso varie manutenzioni e aggiornamenti vari – il titolo presenta periodicamente alcuni errori di Rete, derivati dall’incompatibilità dei server di gioco con le connessioni casalinghe di alcuni giocatori. Errori come l’ormai tristemente famoso “Cabbage”, soprattutto in Italia, hanno afflitto diverse tipologie di modem e diversi sono gli escamotage per aggirarli (come segnalato dalla stessa Bungie): resta, tuttavia, il problema che continua a presentarsi se non si prendono le dovute precauzioni – ad esempio modificando le impostazioni della propria Rete – e bisogna considerare che non tutti i giocatori hanno la pazienza, la voglia o semplicemente l’istruzione necessaria per effettuare un’operazione simile. Il nostro augurio, ovviamente, è che questi problemi vengano completamente estirpati al più presto al netto di godere di un’esperienza di gioco immensa, che non è scevra da difetti ma che presenta una struttura ludica tra le più innovative e appaganti degli ultimi anni.

Conclusioni

Destiny 2 è un titolo eccelso, che riesce a farsi portatore di una filosofia di gaming per certi versi unica. C’è chi definisce il nuovo capitolo di Bungie come un prodotto eccessivamente derivativo rispetto all’originale Destiny: che squadra che vince non si cambi è ovvio, ma il team di sviluppo è riuscito a elevare la produzione di tre anni fa in un prodotto completo e appagante, forte anche di un comparto tecnico che non ha rivali in termini di gunplay. Con l’introduzione di una modalità storia, e di un comparto di attività secondarie ad accompagnarla, il titolo si rende fruibile anche ai neofiti della serie, ma una scarsa varietà di contenuti end game e una serie di problemi di Rete fanno da contraltare alla produzione: un gran peccato, poiché il voto finale sarebbe potuto essere decisamente più alto, rasentando l’eccellenza di un videogioco che – nel suo genere – non ha assolutamente rivali.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 8.5/10

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