Yakuza Kiwami, quando le botte incontrano una storia ben scritta – Recensione PS4, PS3

Ecco il verdetto sul remake del glorioso primo capitolo del franchise nella nostra recensione di Yakuza Kiwami.


INTERAZIONI: 10

Yakuza Kiwami arriva sul mercato in esclusiva PS4 e PS3 come remake del primo capitolo di una serie gloriosa e che, su Playstation 2, ha avuto il suo posto di diritto nell’Olimpo dei videogiochi. Il titolo arriva con un comparto visivo e tecnico completamente rinnovati, il tutto grazie al nuovo Dragon Engine – lo stesso motore grafico che vedremo nell’inedito Yakuza 6. Un titolo che, in ogni caso, resta per certi versi enormemente anacronistico, ma che riesce ancora a imporsi sul mercato con tutto il fascino di una produzione che sembra non tramontare mai.

Quanto tutto ebbe inizio, più o meno

Dal punto di vista narrativo ci troviamo, più o meno, di fronte allo stesso identico titolo di circa un decennio fa: Yakuza Kiwami racconta gli esordi del racconto che vede protagonista Kazuma Kiryu, un membro della yakuza che esce di prigione dopo dieci anni di reclusione per un omicidio che non ha mai commesso, ma per il quale si è addossato la colpa. Il protagonista tornerà tra le strade di Kamurocho soltanto per venire a conoscenza di quanto siano cambiate le cose, con i clan in subbuglio per il furto di 10 miliardi di yen, la scomparsa della sua fidanzata e la comparsa di una misteriosa bambina.

Yakuza Kiwami, oltre ai contenuti della storia base le cui cutscene sono state completamente rinnovate dal punto di vista visivo, propone anche tantissime sequenze inedite per un totale di circa 30 minuti aggiuntivi: una piacevolissima novità, che permetterà anche ai fan più navigati della serie di scoprire ulteriori retroscena sulla trama, oltre a costituirne ovviamente uno dei tanti, validi motivi d’acquisto. Peraltro le sezioni di trama aggiuntive fungono da ponte con alcune vicende narrate in Yakuza 0, un ulteriore collegamento con lo splendido capitolo prequel uscito a gennaio 2017 e che eleva maggiormente la serie, permettendogli di proporsi (e imporsi) prepotentemente anche sugli scaffali di chi ha ampiamente giocato gli originali Yakuza.

Ritorno a Kamurocho

Esattamente come nei capitoli più iconici, e come per Yakuza 0, Yakuza Kiwami offre la possibilità di esplorare liberamente il distretto di Kamurocho: un vero e proprio mosaico di luci, colori e tutta l’esplosività del folklore del Giappone moderno, nel quale – nei panni del nostro Kazuka Kiryu – sarà possibile girovagare per portare avanti le missioni della storia principale o una serie di obiettivi secondari. Non un grandissimo open world, e forse Kamurocho non si propone neanche di esserlo in toto, ma parliamo di un’area letteralmente densa e satura di attività da svolgere: da una miriade, senza esagerare, di missioni secondarie (le cosiddette ‘Substories’), compravendita di oggetti consumabili, equipaggiabili e collezionabili e diversi, divertenti minigiochi.

Kamurocho è un’area esplorabile viva, dinamica, continuamente soggetta a eventi casuali e piena zeppa di NPC che incapperanno sulla strada di Kazuma e chiederanno aiuto al protagonista per risolvere piccole grane. Impossibile non restare ammaliati da un titolo che, sin dalle sue prime battute, propone una certa lentezza sia in termini narrativi che contenutistici, con centinaia di dialoghi spalmati nel corso del racconto, ma che con il passare dei minuti e delle ore esplode in tutto il suo fascino e in tutta la qualità di una storia ben scritta.

Quattro diversi stili, una sola lotta

Yakuza Kiwami è uno di quel titoli che afferma prepotentemente quanto la narrazione e la scrittura abbiano il loro peso nella struttura di un videogioco, ma il remake dell’originale titolo del 2005 propone anche una formula ludica di assoluto rispetto, capace di appassionare il giocatore e tenerlo impegnato in uno sviluppo complesso e stratificato delle abilità di Kazuma Kiryu. Ci troviamo di fronte il canonico gameplay, che si attesta sul picchiaduro a scorrimento e pone le battaglie a mani nude sotto i riflettori. Il combat system si snoda attraverso pochi ma efficaci comandi: attacchi leggero e pesante, presa e schivata per i tast frontali, unendo la parata, il puntamento e la gestione della telecamera attraverso l’utilizzo dei dorsali sul proprio DualShockers. Fin qui è tutto semplice, ma a rendere più complesso e profondo il sistema di combattimento arrivano i quattro differenti stili che potranno adattarsi a ogni situazione.

Switchando tramite le frecce direzionali sarà infatti possibile selezionare la scelta più consona al momento tra potenza, velocità ed equilibrio – il tutto, poi alternando potenti mosse speciali che consumeranno la propria stamina. Tutto questo mosaico si stratifica, poi, in un sistema di crescita del personaggio basato su altrettanti quattro skill tre, che permetteranno di potenziare, sbloccare e aumentare l’efficacia di tutte le abilità di Kazuma in cambio dei punti abilità accumulati nelle lotte. Un sistema da gioco di ruolo che si sposa alla perfezione con il resto della struttura ludica di Yakuza Kiwami, in grado di rendere il fulcro dell’intera esperienza enormemente variegato e godibile, capace di contaminare più generi videoludici in un ibrido convincente qual è il Kiwami. Pur nella sua ripetitività, il gameplay di Yakuza Kiwami propone una certa varietà di azione: nel combattimento, infatti, gli scontri più impegnativi con gli avversari più ostici richiederanno un continuo “switchare” da uno stile all’altro per sfruttare i momenti, gli oggetti e le situazioni più opportuni alle vostre possibilità.

Conclusioni

Yakuza Kiwami riporta sul mercato un titolo glorioso, la cui versione originale resterà per sempre nei cuori degli appassionati. Tuttavia questo remake, che insieme a Yakuza 0 dà il via a un’operazione di revitalizzazione del franchise al fine di portare in occidente titoli inediti nel corso del prossimo anno videoludico, risulta essere un pezzo da collezione imperdibile e da porre a tutti i costi sul proprio scaffali, anche per chi ha già divorato i titoli originari della serie. Questo perché Yakuza Kiwami, oltre a interessanti contenuti aggiuntivi per la storia rispetto alla sua controparte originale, propone anche un comparto tecnico e visivo completamente rivisti, capaci di reggere il confronto con le attuali possibilità del mercato console. Un mix, questo, che rende il remake del primo, glorioso Yakuza un titolo il cui acquisto è da consigliare innanzitutto ai neofiti: perché è troppo ghiotta l’occasione di vivere un’epopea meravigliosa dal punto di vista narrativo e molto soddisfacente da quello ludico; e poi, in secondo luoghi, ai veterani e ai vecchi appassionati del franchise, poiché l’iniziativa è altrettanto succulenta per rivivere, sotto nuove spoglie e con qualche piacevolissima novità, una delle serie più apprezzate dell’era Playstation 2.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 8/10