Last Days of June di Ovosonico, verrà la morte e avrà i tuoi occhi – Recensione PS4, PC

Abbiamo giocato la toccante avventura di Ovosonico, ecco il nostro giudizio.


INTERAZIONI: 7

“Questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo”. Con le celebri parole di Cesare Pavese abbiamo aperto la nostra recensione di Last Days of June: è possibile vincere la morte? Si possono sovvertire le conseguenze di un evento inevitabile fino a prova contraria? E con quali conseguenze?  Abbiamo giocato la personale e drammatica avventura realizzata dal talentuoso team di sviluppo italiano Ovosonico e distribuita da 505 Games (la divisione editoriale del Gruppo Digital Bros.). I creatori del già ottimo Murasaki Baby hanno confezionato un titolo composto da un mix di piccoli puzzle da risolvere e una narrazione struggente, basata sull’ineluttabilità del destino, sulla morte e sull’amore. Scopriamo insieme come se la cava il gioco, disponibile dalla fine del mese di agosto su PS4 e PC, nella nostra recensione.

La forza del Fato

Last Days of June racconta la storia drammatica di Carl, che rivive i ricordi degli ultimi istanti di vita di sua moglie June. La donna è morta in seguito a un tragico incidente d’auto, che ha lasciato conseguenze terribili nella psiche e nel fisico del suo amato. Una notte, che sia in sogno o a causa di alcuni non meglio specificati eventi soprannaturali, Carl si scopre in grado di ripercorrere le ultime ore di vita di sua moglie attraverso il punto di vista di quattro personaggi: sono i vicini di casa dei due protagonisti, le cui azioni nei momenti antecedenti e contemporanei all’incidente d’auto hanno in qualche modo causato il tragico avvenimento. L’opera dei ragazzi di Ovosonico sceglie di raccontarci una storia priva di dialoghi, scandita unicamente dal bellissimo accompagnamento musicale e dai versi gutturali dei protagonisti, che non sono in grado di parlare ma soltanto di esprimere il proprio stato d’animo attraverso i versi e la gestualità.

Anche le loro sembianze, peraltro, sono tutt’altro che realistiche, poiché i personaggi sono realizzati in maniera stilizzata e con le orbite vuote, altro elemento che fa poggiare la storia sul valore dei sentimenti piuttosto che con le immagini esplicite. A tutto questo, però, si contrappone un utilizzo semplicemente adorabile della palette cromatica, equamente distribuita tra i colori caldi nei momenti in cui June e viva e quelli freddi nella notte insonne del Carl solitario e privo di sua moglie: un mosaico di colorazioni che rendono Last Days of June non certo un blasone del fotorealismo, ma una piccola, deliziosa perla visiva. 

Last Days of June racconta la parabola, come già detto, di un destino ineluttabile, sul senso profondo dell’amore e della disperazione che comporta la perdita di un nostro caro, oltre che sulla tremenda inevitabilità della morte quand’essa si presenta alla nostra porta. Il tutto è legato al filo conduttore del caso e delle probabilità: cosa sarebbe successo se le cose fossero andate in modo diverso? Basandosi su tutti questi fattori è facile capire fin dove ci porterà la trama di Last Days of June, ma anche in questo caso la vicenda narrata si imporrà con forza davanti gli occhi e nella mente del giocatore, che col passare delle circa tre ore  necessarie al completamento del titolo resterà spiazzato e addolorato fino al commovente finale – fino alla fine di tutti, ma proprio tutti, i titoli di coda.

La storia è tutto

Last Days of June è un’avventura sostanzialmente narrativa, che preferisce anteporre una buona narrazione al gameplay nudo e crudo. In effetti nel titolo di Ovosonico si gioca davvero poco: si può camminare più o meno liberamente tanto nella casa di Carl (quando, con il protagonista, ci si dovrà immergere nei dipinti di June dedicati a ciascun personaggio) quanto nell’area della minuscola cittadina, per interagire con i comprimari o con gli oggetti utili al superamento di piccoli ostacoli: anche in tal senso non ci si dovrà aspettare enigmi e puzzle particolarmente ostici, perlopiù bisognerà sfruttare le azioni quotidiane di ognuno dei personaggi controllabili per poter proseguire e, ad esempio, aprire un cancello o accedere in un’area apparentemente chiusa.

Il gameplay è ridotto all’osso, basandosi esclusivamente sul movimento e sull’interazione con oggetti e persone tramite la pressione di un tasto. Approcciarsi a Last Days of June, tuttavia, significa essere consapevoli di star giocando un titolo che fa esclusivamente leva sulla narrazione e sulle emozioni, che preferisce raccontare una sorta di fiaba drammatica e matura il cui senso di commozione varierà a seconda della sensibilità di ogni giocatore. A fronte di tutto ciò, la nostra recensione premia ampiamente i ragazzi del team di Ovosonico, uno dei pochi baluardi – almeno per ora – che conferma quanto l’industria italiana dei videogiochi stia lentamente muovendo i primi passi verso una presenza importante nel mercato mondiale.

Conclusioni

Last Days of June segna un importante step nell’industria videoludica italiana: il team di Ovosonico è riuscito a confezionare un’avventura prettamente narrativa, capace di compensare un gameplay assente – in termini puramente ludici – con un racconto emozionante e strappalacrime: un’esperienza tra sogno e realtà che fa riflettere sull’amore e sulle conseguenze disperate della morte di un proprio caro, il tutto unito dal filo conduttore del destino e delle probabilità di cambiare lo svolgersi degli eventi.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 8/10