Recensione Get Even, viaggio nei meandri della verità – PS4, Xbox One, PC

Una corsa in un dedalo intricato della psiche del protagonista, fatta di manicomi e missioni spionistiche.


INTERAZIONI: 7

Get Even ha subito un lancio sul mercato piuttosto particolare: inizialmente previsto in uscita per la fine del mese scorso su PS4, Xbox One e PC, il nuovo gioco di The Farm 51 è stato poi rimandato al 23 giugno 2017 nel rispetto delle vittime della tragedia di Manchester. Questo perché il titolo, che tra i suoi temi narrativi annovera proprio l’esplosione di una bomba che coinvolge personaggi britannici, sarebbe dovuto uscire proprio nei giorni in concomitanza con la strage avvenuta alla Machester Arena il 22 maggio.

Alla fine, superato almeno in parte il dolore per le vittime del 22 maggio, siamo qui a parlare di Get Even: si tratta di un’interessante avventura in prima persona dagli stessi autori di altri celebri progetti, come NecroVisioN e Deadfull Adventure. Ci troviamo di fronte un thriller psicologico, che non teme però di contaminare vari generi sfociando anche nel paranormale, nell’horror e nell’azione.

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In Get Even il giocatore è chiamato a impersonare Black, un mercenario britannico altamente spietato e disposto a tutto pur di portare a termine i propri obiettivi. Il protagonista, all’inizio del gioco, si risveglia in un lugubre manicomio, nei cui meandri si nascondono personaggi tanto pittoreschi quanto folli e pericolosi, con nient’altro che una voce, quella del misterioso Red, a guidarlo nei tortuosi corridoi della struttura.

Back non ricorda assolutamente nulla, se non una delle sue ultime azioni prima di perdere i sensi: cercare di salvare una ragazza con una bomba legata al petto. Il “benefattore” di Black guiderà il protagonista lungo le stanze, i corridoi, i sotterranei e gli esterni del manicomio e gli permetterà di ricostruire per intero i suoi ricordi attraverso una speciale tecnologia, che gli permette di rivivere nitidamente eventi passati della sua vita.

La trama di Get Even è un viaggio contorto tanto nella psiche quanto nei corridoi angusti di un manicomio pieno di pazzi pericolosi, che viene costruita ricordo dopo ricordo e si fa spazio agli occhi del giocatore, il tutto fino alla sconcertante verità che emerge sul finale dell’avventura.

Get Even riesce a contaminare diversi generi non solo dal punto di vista tecnico, ma anche narrativo, spaziando dal thriller alla fantascienza, dal dramma psicologico al più puro dei cinema action spionistici.

Avanza, ricorda, spara

Dicevamo che il nuovo gioco di The Farm 51 riesce ad amalgamare più generi, anche nel comparto tecnico e nel gameplay: abbiamo l’elemento puramente “horror” e ansiogeno, che à la Resident Evil 7 ci fa sentire tutto il peso – e il respiro affannato – dell’avanzare lento e timoroso di Black nei corridoi del manicomio o delle aree inscritte nei suoi ricordi; abbiamo un timido combat system in mischia, fatto di letali esecuzioni quando si è abbastanza vicino al nemico, che sia in stealth o a viso aperto.

Abbiamo anche qualche accenno di componente shooter in prima persona, grazie alle diverse armi che è possibile sbloccare procedendo nel corso dell’avventura. Una particolare menzione va alla feature potenzialmente più divertente e appagante di Get Even: la pistola angolare, un’arma che potrà essere utilizzata da qualsiasi copertura senza uscire allo scoperto ed esporsi al fuoco avversario.

La canna dell’arma pieghevole può essere spostata verso destra o verso sinistra e, a seconda della propria posizione, anche in alto o in basso, e potrà essere utilizzata tanto nello stealth – grazie alla pistola silenziata connessa al dispositivo – sia in sparatorie in campo aperto con la componente del fucile d’assalto o di altre armi.

Un altro elemento che acquista importanza notevole, nell’economia dell’esperienza di gioco, è lo smartphone di Black: un vero e proprio mini-hub, sul quale è possibile visualizzare mappa di gioco, informazioni, utilizzare la torcia e la fotocamera per scansionare oggetti e persone utili. Insomma, costituisce insieme alla pistola angolare uno strumento essenziale a ogni singola feature di gameplay in Get Even.

Purtroppo Get Even si rispecchia anche in un quadro tecnico generale non eccelso, con una grafica “disegnata” a mascherare un motore che non riesce a far miracoli. Anche nel gameplay si riflette a una cura superficiale nelle feature di gioco che tentano di emulare altri generi, su tutti il sistema di coperture – che, per fortuna, viene compensato dall’utilizzo della pistola angolare – o le fasi stealth, letteralmente appesantite dalle movenze decisamente poco agili e aggraziate del protagonista.

Al netto di una cura non certo maniacale nei dettagli, un elemento che fa comunque sentire il suo peso nella valutazione finale, Get Even è un titolo piacevole e al tempo stesso impegnato, che tratta temi forti – specie di questi tempi – come la criminalità e il terrorismo (tanto quello “fisico” e roboante quanto quello psicologico): insomma, il lavoro di The Farm 51 è un buon elemento di svago in una finestra di uscite che si appresta, come ogni estate, a mettere in pausa i Tripla A.

Conclusioni

Get Even è un’avventura nervosa, claustrofobica e misteriosa. Il merito dei ragazzi di The Farm 51 risiede nell’aver saputo combinare più generi, tanto in un comparto narrativo avvincente quanto in un comparto tecnico che – al netto di qualche superficialità – riesce a regalare qualche ora piacevole di gameplay tattico e sparatutto. Nel quadro generale Get Even presenta qualche grana che non inficia un’esperienza di gioco interessante, una corsa contro il tempo alla ricerca dei propri ricordi in un thriller psicologico.

Pro

Contro

VOTO FINALE – 7/10