Recensione Gravity Rush 2, la conferma di un’IP targata Sony altamente innovativa – PS4

La Regina della Gravità Kat torna in una nuova e divertente avventura su PS4.


INTERAZIONI: 10

Con colpevole ritardo ci ritroviamo qui, oggi, con la nostra recensione di Gravity Rush 2, uscito in esclusiva PS4 alla fine del mese di gennaio 2017. Chi scrive si è approcciato con uguale ritardo all’originale Gravity Rush partorito dalla mente del game designer Kaiichiro Toyama, giocando poco prima dell’uscita del secondo capitolo la versione remaster che fu edita su PS4 in seguito al successo riscosso su PS Vita – rappresentando, forse, una delle pochissime IP davvero interessanti sulla console portatile Sony clamorosamente fallita. Dietro le quinte della serie di Toyama c’è SCE Japan Studio, la stessa software house che ha preso parte allo sviluppo di The Last Guardian – l’impronta artista dello studio, in effetti, è condivisibile e riconoscibile in entrambi i giochi – che ha capito le potenzialità di Gravity Rush, scegliendo di realizzare Gravity Rush 2 in esclusiva PS4 per sfruttare appieno la potenza garantita dai motori di nuova generazione: una scelta che si è rivelata vincente in tutto e per tutto.

Il ritorno di Kat

Gravity Rush 2 ci fa tornare nei panni di Kat, la Shifter Regina della Gravità, in una nuova avventura ambientata qualche tempo dopo gli eventi del primo capitolo. Esattamente come l’originale Gravity Rush anche stavolta le prime battute del gioco sono stranianti, e ci si ritrova a impersonare la protagonista dopo che una serie di eventi non meglio spiegati l’hanno allontanata insieme a Syd dai suoi amici di Hekseville. Kat adesso  lavora per la comunità di Banga, una popolazione che vive su un villaggio nomade galleggiante che tenta di tornare nella sua terra natale. Il primo atto di gioco, dopo una sequenza introduttiva, è ambientato proprio in quest’area, nella quale Kat mette nuovamente alla prova i suoi poteri gravitazionali appena riconquistati. Anche proseguendo nella narrazione con l’arrivo a Jirga Para Lhao, che è anche il principale setting di gioco, la trama catapulta i giocatori in una piacevole sensazione di de ja vù nei confronti del primo capitolo, con Kat che si ritrova coinvolta negli eventi politici della città interagendo con le personalità più disparate, il tutto con nuovi e potenti cataclismi oscuri che minacciano l’ecosistema circostante. Non proseguiremo oltre nel racconto per risparmiarvi tutti gli eventuali spoiler, in caso non abbiate ancora giocato il nuovo titolo di Toyama, ma basti sapere che la trama di Gravity Rush 2 si conferma in tutto e per tutto una sorta di copia di quella del suo predecessore, impreziosita da un numero maggiore di personaggi ma basata pur sempre sulla semplicità e sull’innocenza della protagonista, che si erge ogni volta a difesa dei più deboli di fronte alle ingiustizie.

A dare a questo Gravity Rush 2 una spinta in più sono una serie di elementi che premiano la scelta dello sviluppo su PS4: già a partire dallo sviluppo narrativo, la trama di Gravity Rush 2 è divisa molto più equamente tra un discreto numero di capitoli che compongono la storia principale e una quantità sconfinata di missioni secondarie, attività e sfide da portare a termine che aumentano esponenzialmente la longevità del gioco. Nel primo Gravity Rush, infatti, si sentiva l’assenza di un adeguato supporto delle quest secondarie a quelle primarie, con pochissime (seppur profonde) missioni parallele alla storia. In Gravity Rush 2, invece, di questo tipo di incarichi ne troverete a decine, ognuno con una propria profondità narrativa che non vi farà annoiare.

Kat e Raven, questa volta, sono alleate più che mai.

Nel blu, dipinto di blu

È principalmente nelle non troppo sofisticate, ma appaganti, meccaniche di gameplay che Gravity Rush 2 fa sentire tutto il peso della propria originalità. Il concetto alla base è ovviamente lo stesso del suo predecessore, con la possibilità di utilizzare i poteri gravitazionali di Kat per fare praticamente ogni cosa: volare, scivolare, camminare su qualunque superficie sfidando le normali leggi di gravità, lanciare a piacimento oggetti o trasportarli, sfruttare gli slanci per combattere e utilizzare tecniche speciali. Il passaggio su PS4 ha giovato in maniera esponenziale a tutte le feature elencate: grazie alla maggior potenza di calcolo permessa dall’ammiraglia Sony, Gravity Rush 2 mette in scena una fluidità di gioco notevole e un parco di mosse, tecniche e potenziamenti molto più variegato e spettacolare – anche se permangono alcune particolari sezioni di gioco, come livelli dedicati in cui bisogna andare avanti a suon di scivolate tra orde di nemici e terremoti, nelle quali i controlli tornano a dare qualche problema di gestione.

L’originale Gravity Rush faceva sentire, in termini di estetica e di godibilità, tutti i limiti imposti da uno sviluppo avvenuto prima del 2012 e su una piattaforma dalle potenzialità minori: le feature di volo e di impatto con le superfici, ad esempio, erano estremamente macchinose e risultava complicata la gestione dei passaggi da una superficie gravitazionale all’altra. In Gravity Rush 2, invece, tutto funziona alla perfezione e anche le dinamiche di impatto con  il soffitto di un palazzo o le mura di un edificio risultano fluide e naturali: complice poi l’ottima realizzazione grafica del mondo di gioco, che oscilla tra un cell shading in stile anime e un design realistico, il colpo d’occhio dato dal passaggio da un piano gravitazionale all’altro è semplicemente spettacolare, andando a delineare una serie di scenari che ci hanno ricordato tantissimo gli effetti speciali di Doctor Strange. Il numero di mosse a disposizione, associate ai diversi stili di combattimento possibili grazie ai poteri che si potranno sbloccare man mano, rendono anche l’approccio al gameplay molto più divertente e variegato in questo Gravity Rush 2 rispetto al suo predecessore: il campo di stasi, ad esempio, adesso può inglobare nel proprio raggio d’azione un numero maggiore di elementi e oggetti su schermo, così come le mosse speciali e i poteri sono presenti in numero maggiore e sbloccarli, ottenerli o potenziarli sarà una delle sfide più divertenti per mettere sempre più alla prova le capacità di Kat.

Svolazzare in giro non è mai stato così divertente.

CONCLUSIONI

Gravity Rush 2 conferma quanto il team di SCE Japan Studio, dietro la direzione di menti geniali come Keiichiro Toyama o Fumito Ueda, sia in grado di mettere a punto IP innovative e originali. La nuova avventura di Kat aveva l’ingrato compito di aprire la lineup di esclusive PS4 del 2017 e, contando release successive come Nioh e l’imminente Horizon Zero Dawn, l’appuntamento si è rivelato appagante e interessante. Gravity Rush 2 è un titolo originale e divertente, con una propria profondità tecnica e narrativa che è riuscita a consacrarsi grazie allo sviluppo su PS4. Non vediamo l’ora di giocare il DLC gratis nei panni di Raven e, in generale, di avere notizie su un papabile Gravity Rush 3- che purtroppo, a detta di Toyama, pare vedrà la luce sulla futura PS5.

Pro

Contro

VOTO FINALE 7.5/10