Enrico Montesano a Sanremo 2017 con un monologo sul filo della memoria, tra Sanremo e politica (video)

Nella sua lunga carriera il comico romano aveva calcato solo una volta il palco dell'Ariston. E stasera, ospite di Carlo Conti, Montesano s'è divertito a parlare dei bei tempi andati, D'Alema e Cugini di campagna.

Sanremo 2017 è arrivato Enrico Montesano

INTERAZIONI: 16

Nella serata conclusiva di Sanremo 2017 è arrivato Enrico Montesano. Invitando il trio Brignano, Cirilli e Insinna, il conduttore Carlo Conti aveva già dimostrato di voler puntare sui comici romani quest’anno per alleggerire la tensione tra una canzone e l’altra.

E chi meglio allora di un vero pilastro della comicità capitolina quale il veterano Enrico Montesano? Nonostante una lunga e prestigiosa carriera, Montesano era stato ospite di Sanremo una volta soltanto, nel 2003, invitato da Pippo Baudo. E l’anno scorso, interpellato sull’argomento, aveva detto di non vedere più il festival, aggiungendo alcune dichiarazioni non proprio lusinghiere sulla kermesse: “Mi sembra il solito grande baraccone, è un po’ circense. Ma dov’è la rassegna delle belle canzoni e basta? Forse sono rimasto un po’ affezionato alla gara di canzoni”.

La tentazione del palco dell’Ariston, però, è più forte di tutto. Ed allora ecco che Enrico Montesano alla fine è arrivato a Sanremo 2017. Ovviamente era assolutamente top secret l’argomento del suo intervento. Vista la versatilità dell’attore capitolino, interprete anche delle commedie musicali targate Garinei e Giovannini (Rugantino, Bravo!), non si poteva escludere che Montesano a Sanremo 2017 si sarebbe lanciato in un’esibizione canora. Magari con una delle amatissime canzoni di Armando Trovajoli a cui ha dedicato recentemente un recital.

“Un artista immenso”, lo presenta Carlo Conti. E Montesano parte con un monologo dolceamaro sul filo della memoria, sui suoi genitori e le abitudini d’una vecchia Roma. “Nel mio quartiere si cantavano le canzoni romane. Ma poi quando veniva Sanremo tutti cantavano le canzoni del festival. Perché ai tempi dei miei genitori si cantava, tutta la gente che andava a lavoro cantava. Oggi ho capito perché si canta poco, perché non c’è più lavoro. Oggi si canta a voucher! A tempo determinato”.

C’è anche spazio per qualche battuta sui politici di oggi. “Sembrano sempre tutti infastiditi. Prendi D’Alema, ha un’espressione come se avesse le scarpe strette. D’Alema sembra che si stia sul caxxo da solo! E Gentiloni? Sembra che s’è strizzato i gentiloni nei pantaloni!”. E dopo, qualche ricordo dei cantanti d’un tempo, dai Giganti ai Cugini di campagna.