Quando hai 17 anni: un magnifico racconto dell’età dell’incertezza

André Téchiné firma un film di rara grazia, che racconta la scoperta dell’omosessualità di due liceali. Con la sceneggiatura della brava Céline Sciamma, “Quando hai 17 anni” ha l’irruenza fisica dell’adolescenza e il tocco misurato e maturo d’un maestro del cinema francese.

Quando hai 17 anni

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Con Quando hai 17 anni il 73enne André Téchiné firma un film di grazia e forza, ora sugli schermi italiani grazie alla distribuzione di Cinema. Il regista francese aveva girato un grande film sull’adolescenza, L’età acerba (1994), però molto più politico di questo, che ruota intorno al desiderio e alla scoperta della sessualità di Damien e Tom (Kacey Mottet Klein e Corentin Fila)
, studenti d’un liceo dei Pirenei dai caratteri opposti (un cocco di mamma di buona famiglia e un magrebino adottato da contadini che gestiscono una fattoria in montagna), che prima s’azzuffano e poco a poco scoprono l’attrazione reciproca.

Téchiné ha coinvolto nella sceneggiatura di Quando hai 17 anni Céline Sciamma, autrice di alcuni dei più bei ritratti giovanili degli ultimi anni, Tomboy e Diamante nero (“l’unica autrice francese ad aver portato uno sguardo autenticamente nuovo sull’adolescenza” ha dichiarato il regista). Il risultato è un’opera in cui l’irruenza fisica del cinema della Sciamma si fonde con la misura dello stile di Téchiné, fatto di sequenze brevi, elusive, che apparentemente dicono troppo poco e invece istigano lo spettatore a uno sforzo di ricomposizione e interrogazione dei significati decisamente gratificante.

Quando hai 17 anni non è un gioco a due, bensì un racconto corale a più personaggi. Come Marianne, madre di Damien (Sandrine Kiberlain, bravissima), punto di triangolazione del rapporto tra i ragazzi, che superano l’impasse del contrasto grazie a lei, che accoglie Tom in casa quando sua madre, dopo vari aborti spontanei, deve affrontare un’inattesa gravidanza. E importante è Nathan (Alexis Loret) il padre di Damien, militare in guerra, la cui presenza intermittente incide nella vita dei ragazzi, soprattutto quando il suo mestiere di soldato porterà giocoforza all’irruzione della Storia nelle vite di tutti, rompendo i precari equilibri.

Ma la vera protagonista di Quando hai 17 anni è la natura, che riflette temperamento ed emozioni dei personaggi. Tom è visceralmente legato agli inverni innevati della montagna: il silenzio dei Pirenei e la fatica della vita contadina raccontano il carattere introverso e insieme volitivo d’un personaggio che s’incammina sulle tracce di un orso come inseguendo forza e rabbia represse. Marianne, invece, misura l’intensità d’un sopravvenuto dolore, e la necessità di un cambiamento, proprio ammirando lo spettacolo commovente ma distante della ritrovata primavera.

Quando hai 17 anni gioca su sottili corrispondenze tra il visibile e le emozioni che vi sono sottese, e su simboli innestati con discrezione nel racconto (la correlazione tra la gravidanza inaspettata e la scoperta dell’omosessualità). Ma a esplicitarli si farebbe torto a un film che punta su non detto e pudicizia (ma che giustamente mostra il sesso senza eufemismi), in cui le emozioni vivono attraverso gesti e pochissime parole. “Il solo elemento che ci ha guidato è stato il corpo a corpo – ha detto Téchiné – scrivere un film il più possibile fisico, in cui i personaggi reagissero senza comprendere quello che succede loro né come reagirvi, né men che meno come verbalizzarlo. Era impensabile che Tom e Damien esprimessero le loro emozioni come farebbero due adulti”.