Come buttare Pokemon Go fuori dalle scuole italiane: l’esempio francese insegna?

Pokemon Go pronto a mettersi in cattedra oppure no? L'imminente anno scolastico pieno d'interrogativi.

Pokemon Go

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Se sei un appassionato dell’app Pokemon Go, di certo non ti sarà sfuggita, in questi giorni, la notizia che il Ministero dell’Istruzione francese ha dichiarato guerra ai simpatici mostricciatoli affinché questi siano esclusi dagli istituti pubblici del paese. Il ministro Najat Vallaud-Belkacem avrebbe fatto pressioni su Niantic, l’azienda creatroce del gioco, per evitare che gli edifici dedicati all’istruzione diventino noti Pokéstop dove gli utenti possono acquistare quanto utile per catturare i protagonisti dell’app.

Dopo il polverone lanciato dai cugini francesi, c’è da chiedersi quanto sia possibile che Pokemon Go sia bloccato anche nelle scuole italiane. La situazione, al momento, è la seguente: il nostro ministro Stefania Giannini non ha seguito l’esempio della collega, almeno per il momento. La nostra rappresentante in realtà non ha mostrato particolari avversità verso l’app e forse se ne guarda bene vista la popolarità del gioco presso gli studenti ma le iniziative della classe docente di ogni scuola non va presa sotto gamba.

Magari non tutti lo sanno ma, sul sito Niantic, chi non desidera che la propria casa o il proprio negozio sia un Pokéstop, può segnalare la sua contrarietà agli sviluppatori. Ed è così che il link utile per la segnalazione potrebbe diventare uno strumento utile a docenti o presidi di istituto stanchi di vedere i propri ragazzi  impegnati solo nell’attività ludica, ben lontani dal pensiero di seguire una lezione di latino o una spiegazione di matematica.

In buona parte dell’Italia, le scuole apriranno il prossimo 15 settembre. A meno di 10 giorni alla prima campanella, dunque, tutto può ancora avvenire. I veri appassionati del gioco sono almeno tenuti ad essere solidali con i colleghi francesi che non potranno diveritrsi a scovare tutti gli strumenti utili alla cattura dei Pokemon più rari, magari sotto il banco di classe. Per loro, la sessione di gioco è rimandata fuori dal portone di scuola.