10 motivi per (non) andare al concerto di Elya Zambolin

Siamo stati al concerto di Elya Zambolin a Monselice (Padova) e possiamo anticiparvi che...

Elya Zambolin, concerto Monselice

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Non andate ai concerti di Elya Zambolin se non siete disposti ad accettare i tempi di ripresa.

Il tentativo di tradurre in parole brani inediti ha richiesto 5 giorni e 3 sveglie involontarie all’alba causa canzone che non esce dalla testa, e non è riuscito. Non si può raccontare la musica. Possiamo descrivere nel dettaglio uno spettacolo, un concerto spettacolare realizzato per appagare gli occhi; possiamo perderci tra capriole in aria, coreografie magistrali, corpo di ballo, cambi d’abito, effetti speciali; possiamo citare qualche brano e perderci tra le parole nella speranza di individuarne il significato originario, possiamo spoilerare la scaletta di una data zero ed anticipare nel dettaglio cosa aspettarsi a livello di titoli e di tempistiche ma non possiamo raccontare la musica nella sua essenza.

Sei in ferie ed è agosto quando alle 7.00 del mattino la sveglia incorporata chiamata “mente” decide che hai dormito abbastanza e lo fa gridandoti che vuole un altro brandy. Se non siete stati al concerto di Elya a Monselice (Padova), non potete capire. Le domande che vi assalgono quando una canzone si impossessa inspiegabilmente della vostra mente, impedendovi di pensare ad ogni altra cosa immaginabile, sono più o meno le famose 5 W:

Who – Chi: Chi la canta?
What – Cosa: Cos’è?
When – Quando: Quando l’ho sentita?
Where – Dove: Dove l’ho sentita?
Why – Perché: Perché è nella mia testa?

Ci illudiamo di poter scegliere ogni frammento della nostra vita. La verità è che il cuore e la mente spesso scelgono per noi e ci costringono incomprensibilmente a vivere momenti che nella nostra ponderata scala di priorità non sarebbero di certo stati ai vertici.

Se fossi un discografico farei ascoltare cose a caso a gente a caso e poi rincorrerei i malcapitati per captare cosa resta loro nella mente dopo UN SOLO ascolto.

Nella discografia, forse, si è perso questo: la vox populi, quell’opinione scevra di condizionamenti che solo l’ascolto diretto di un inedito può dare. Adoro ascoltare inediti per la prima volta perché è qualcosa di totalmente incontrollabile. Se all’ascolto della nostra canzone preferita sappiamo di commuoverci possiamo preparare i fazzoletti o fare di tutto per trattenerci, valutando con estrema attenzione il luogo e il momento della fruizione e prendendo precauzioni PRIMA che si palesi ogni manifestazione emozionale. Quando invece ci troviamo ad ascoltare brani mai pubblicati e mai sentiti prima, la padrona della situazione è l’incognita che ci costringe anche a svuotare la mente. Non possiamo pensare ad altro perché non sappiamo cosa pensare, nessuno ci ha detto ancora se ci deve piacere o meno, siamo noi che dobbiamo scoprirlo e dobbiamo farlo senza telecamere, senza The Voice e talent vari, senza televoto né sfide.

Ai concerti solitamente mi annoio. Mi annoio perché si riducono a mere esecuzioni poco convinte di brani scritti dall’autore di turno che nel mentre dispensa pezzi ad una vagonata di interpreti che in comune hanno almeno produttori e discografici, riducendosi così a copie copione copiate o da copiare.

Elya Zambolin è folle e anormale perché prova a fare qualcosa di diverso.

Sono stata al suo primo concerto e vi posso dire che… se non ci siete andati siete degli sfigati! :D (AHAHAH). Avrete modo di recuperare, ma sono costretta a prepararvi al peggio, a quella sensazione di vuoto che lascia un concerto di inediti, all’impossibilità di riassumere quanto avete ascoltato perché ricordate la sensazione ma non le parole. Per quanto, in questo momento, detesti il fatto di non ricordare più di una frase, amo esponenzialmente aver assaggiato qualcosa di differente rispetto alla solita brodaglia che ci propinano a tutte le ore.

10 buoni motivi per (non) andare ad un concerto di Elya Zambolin:

1. Le sue espressioni nell’osservare la piazza gremita vi diranno che ci sono artisti che non danno nulla per scontato, che si sorprendono nel vedere un vasto pubblico lì per loro, che si rallegrano se percepiscono complicità e sorridono se capiscono di aver compiuto i passi giusti per consentire ad un singolo di farsi ricordare. Se però siete felici di seguire gente inespressiva, non andateci.

2. Il concerto di Elya Zambolin vi sbatte in faccia senza mezze misure che la musica italiana può ancora avere una speranza, che esistono cantautori reali – non quelli che nelle canzoni cambiano una virgola e si reputano co-autori ma quelli che di un brano scrivono dalla prima lettera maiuscola all’ultimo punto. Se però fate parte degli schieramenti “non c’è più via d’uscita e la colpa è dei talent”, non andateci.

3. Siamo assuefatti ai chitarristi e vedere un ragazzo di 23 anni che ad un certo punto si siede al piano rasenta la pace dei sensi. Elya suona il pianoforte e vederlo abbandonare il centro del palco per sedersi al piano è una sorpresa che live non ci saremmo aspettati. Se però vi basta il teen idol di turno che nella sua breve vita vanta il grandissimo merito di respirare, non andateci.

4. Elya cerca il contatto con il pubblico. E non è una cosa da poco. Porre attenzione al proprio pubblico e coinvolgerlo nel concerto significa calcare il palco con l’intenzione di suonare e cantare, di dare il massimo e di godersela appieno lasciando un buon ricordo. Niente altro. Se siete in prima fila vi capiterà anche di stringere la sua mano ma potrebbe pure sequestrarvi lo smartphone per regalarvi qualche inedita ripresa dal palco. Se però siete pro gente a caso che si limita a portare a termine la performance non filandovi di striscio, non andateci.

5. Il pubblico di Elya è eterogeneo. Osservare la reazione della ragazzina in prima fila e della mamma all’ultima è la dimostrazione di quanto la sua musica possa potenzialmente non avere confini e non subire la targetizzazione post-talent. Se è vero che il concerto in piazza interessa facilmente persone di tutte le età, è altrettanto vero che non è scontato che tutti i presenti apprezzino lo spettacolo. Se fate parte del gruppo “ovvio che abbia gente, è appena uscito da The Voice”, non andateci.

6. Elya non sta sul palco, Elya il palco se lo mangia. Potrebbe esibirsi nella più bella piazza del mondo o in uno scantinato di fortuna che la gente non avrebbe il tempo di guardarsi intorno, letteralmente rapita ed esterrefatta da un ragazzo che, a differenza di tanti pseudo Big, ha realmente voglia di essere lì in quel momento e lo dimostra ad ogni nota. Se non siete disposti a scoprire il valore di un concerto, non andateci.

Linda rispondo così ? so che ti manca!
#Evelyn #Elya

Pubblicato da Cinzia Delprete su Domenica 4 settembre 2016

7. Il concerto di Elya è un’iniezione di allegria ed energia. Se avete storie finite male ci dispiace ma per piangersi addosso bastano le canzoni già esistenti! Se volete deprimervi tutta la sera, non andateci.

8. Evelyn fa realmente scatenare tutti (ma comunque la versione acustica merita di essere incisa!). Se siete abituati ad ascoltare canzoni live rigorosamente immobili, non andateci.

9. Che siano le undici o mezzanotte e mezza, Elya lo trovate a fare foto e autografi con l’entusiasmo di chi sta vivendo un sogno, con la consapevolezza di chi lo sta facendo dopo essersi fatto il mazzo e l’umiltà che deriva dalla necessità di non fermarsi. Se non riuscite ad apprezzare la disponibilità di un artista perché “capirai, è il suo lavoro”, non andateci.

10. Elya è la rappresentazione della persona felice di vivere ogni giorno ciò per cui è nata. Vederlo con i propri occhi spinge ad un’analisi di coscienza che mette in discussione ogni aspetto della propria esistenza. Se non siete disposti a chiedervi cosa sia realmente importante per voi, quale direzione state prendendo e soprattutto perché, non andateci.

Sabato è stato incredibile. Una bomba!! Grazie di cuore alla mia meravigliosa Monselice! Quanti eravate..
E grazie a questa super band!
#estate2016 #Elyalive #Evelyn

Pubblicato da ELYA su Lunedì 29 agosto 2016

FOTO COPERTINA: Anna Moretto.