Il Samsung Galaxy Note 7 è stato presentato meno di due giorni fa, ma ora è tempo di avanzare i primi confronti a distanza con altri device. Uno dei più interessanti è quello che investe il Samsung Galaxy Note 4, a conti fatti l’ultimo device di questa famiglia che ha messo piede ufficialmente qui in Italia due anni fa. La domanda che tutti si pongono, dunque, è se valga la pena puntare sul passaggio al nuovo phablet.
Sarò diretto. In questo caso sì, in primis perché ci sono 23 mesi di differenza tra gli smartphone, anche se a mio avviso è davvero eccessivo un prezzo di listino pari a ben 879 euro per il nuovo Samsung Galaxy Note 7. Al netto delle considerazioni su un taglio minimo di memoria pari a ben 64 GB. A partire dal display Super AMOLED QHD, che prende l’eredità del Quad HD sempre da 5.7 pollici del Samsung Galaxy Note 4, fino ad arrivare al processore Snapdragon 821 dell’ultimo arrivato tra i Note (senza nulla togliere al quad core 2.7 GHz uscito nel 2014), il salto generazionale credo sia importante.
In attesa di capire cosa comporterà il passaggio dalla batteria da 3220 mAh a quella da 3500 del Samsung Galaxy Note 4 in termini di autonomia, credo sia impossibile non porre l’accento su nuovissime funzionalità presentate questo martedì. Il riferimento, in primis, è alla scansione dell’iride per lo sblocco del device, fino ad arrivare alle nuove funzionalità assicurate alla S-Pen. Quest’ultima, ora, potrà ed esempio farci passare da un’app all’altra, senza dimenticare la maggiore sensibilità ed i tratti più sottili.
Detto della memoria interna (col Note 4 si poteva espandere fino a 64 GB, mentre con il Note 7 questo sarà il punto di partenza), da registrare il salto ai 4 GB di memoria RAM, ma soprattutto la certificazione IP68, che consentirà allo stesso Samsung Galaxy Note 7 di essere resistente a polvere ed acqua. Insomma, aspettate qualche mesetto per far abbassare il prezzo, e poi puntateci senza troppe esitazioni.