Non mi piace su Facebook: ma quale rischio bullismo, piuttosto riscatto dal ridicolo

Davvero un tasto su un social network può far crescere il bullismo? Piuttosto guardiamo alla sua utilità.

Non mi piace

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E’ il giorno del “non mi piace” o per dirla all’inglese del “Dislike”. Su Facebook è in arrivo il pulsate tanto richiesto dagli utenti in questi anni: Mark Zuckerberg ha fatto il grande annuncio dal suo  quartier generale di Menlo Park. Il team del social network è al lavoro per l’introduzione dell’alter ego del “Mi piace”, anche se alla fine potrebbe trattarsi di qualcosa di diverso rispetto a quanto aspettato.

Il “non mi piace” su Facebook, per dichiarazione dello stesso Zuckerberg, non era stato introdotto per evitare che il social network diventasse terreno troppo fertile per scontri tra persone d’accordo o meno su un’idea, uno stato, una foto. L’incubo di un’inasprimento del cyber-bullismo era alle porte. Dico “era”, visto che le cose sembrerebbero essere cambiate.

Possibile che un pulsante in meno o in più incida così tanto sul comportamento delle persone? Quando avremo a disposizione il “dislike”, cominceremo tutti ad utilizzarlo sotto i selfie dei nostri amici o quando i nostri conoscenti condivideranno la loro vita quotidiana in maniera troppo ossessiva? Non credo, anche perché fino a questo momento, la nostra indignazione poteva essere espressa allo stesso modo con i commenti, in maniera pubblica. Un esempio: oggi un ragazzino che decide di denigrare il suo compagno di scuola non si ferma, nell’intento, alla non presenza del tasto “non mi piace”, ma provvede allo stesso modo a tempestare il coetaneo di insulti sulla sua bacheca. Difendere a spada tratta la causa del solo”Mi piace” mi sembra che scada un po’ nel buonismo forzato.

Al contrario, ritengo che il futuro “Non mi piace” ci riscatterà dal ridicolo. Non so quante volte mi è capitato di vedere sotto annunci shock di amici o magari anche per news dal mondo relative a disastri ed emergenze, tanti “mi piace” inappropriati e senza senso. In quei casi, chi cliccava sul bottone non voleva far altro che sottolineare la sua vicinanza all’evento ma in maniera del tutto grossolana. Meglio, ora, poter contare sul “Non mi piace” che segnalerebbe il vero stato d’animo degli utenti. In effetti, proprio in questa direzione sembrerebbe andare la scelta di Zuckerberg: il “dislike” verrebbe a significare più un “sorry, mi dispiace”.

Per l’integrazione effettiva del “Non mi piace” bisognerà attendere ancora (forse qualche mese) e fino ad allora chissà quante pagine e pagine di detrattori e sostenitori della nuova funzione andranno scritte! Voi a quale gruppo appartenete?