Il ritorno alle origini del pianeta. Un inno a tutti gli elementi che resistono incontaminati così come il loro primo giorno sul pianeta. La mostra di Sebastiao Salgado a Milano dal titolo “Genesi” è un atto d’amore nei confronti del pianeta utilizzando lo strumento che gli è più congeniale: la macchina fotografica. Dopo aver dedicato la sua vita interamente a raccontare, attraverso il suo sguardo, i conflitti più sanguinosi, i drammi più complessi e l’incapacità del genere umano di vivere la propria vita sul pianeta senza ingaggiare continue guerre fratricide, il fotografo ha scelto di mostrare il volto primordiale del pianeta, il volto di tutti quegli esseri viventi che non si sono piegati alla logica distruttiva che anima da sempre il genere umano.
La mostra allestita al Palazzo della Ragione, diventata la casa della fotografia meneghina, e curata dalla moglie e compagna inseparabile di una vita Lelia Wanick Salgado, è divisa basandosi sulla geografia del pianeta. L’ultimo progetto fotografico di Salgado si concentra sulla natura e le sue meraviglie segnando una vera e propria inversione di tendenza nella carriera dell’artista brasiliano. Dai conflitti e i campi profughi africani passando per quello nella ex Jugoslavia, Salgado arriva nel suo ultimo viaggio fotografico a scoprire le bellezze del pianeta che resiste, le specie animali più longeve, le tribù di umani che vivono ancora in condizioni primordiali e incontaminate.
Ogni area della mostra è dedicata ad un continente a cui Salgado ha regalato il suo sguardo attento per un totale di 245 immagini. Un omaggio al pianeta che ha animato in parte anche il film di Wim Wenders, “Il Sale della Terra”, e che rappresenta una svolta e forse il testamento artistico di Salgado per le prossime generazioni. Tutto in una mostra di scatti in quello stupendo bianco e nero che lo ha reso uno delle firme migliori della storia della fotografia. Un’occasione unica per l’Italia per tutti gli appassionati di fotografia insieme alla mostra di Henry Cartier Bresson a Roma.
