Calciomercato flop. Via il fair play finanziario

Si chiude con pochi colpi il calciomercato in Italia. L'assurdo fair play finanziario offre ai presidenti che non vogliono rischiare un comodo alibi per non investire come nel caso di De Laurentiis che ci ha rimesso la Champions sconfortando i tifosi del Napoli. Ma in quale sistema economico s'impedisce l'ingresso di nuovi capitali e nuovi soggetti più ambiziosi e competitivi?

Calciomercato senza colpi

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Stop al calciomercato. La giostra delle illusioni pallonare ha girato vorticosamente tutta l’estate. Il calciomercato è stato un turbine di nomi, simile ad un elenco telefonico, che ha incendiato le speranze dei tifosi di tutto il mondo. Ed il calciomercato ne ha lasciati tanti con l’amaro in bocca a cominciare da quelli del Napoli che ci hanno rimesso la Champions League.

Il calciomercato , comunque, è stato molto più divertente di una partita di calcio. Il campo è spietato: non permette bugie e voli pindarici. Nel calciomercato, invece, vale tutto ed il contrario di tutto. Quel che è vero in questo momento, tra un istante non lo sarà più. Quel che sembrava impossibile diventa all’improvviso realtà. I milioni ed i miliardi diventano bruscolini e tutti si sentono autorizzati, durante il calciomercato, a spendere i soldi altrui ( presidente) per comprare l’attaccante dei rivali di certo più bravo del proprio.

Ma il trastullo del calciomercato è stato pesantemente messo a rischio dalle norme sul fair play finanziario varate dalla UEFA. E’ una regolamentazione complessa ma che in sostanza punta a contenere i costi gestionali. Le prime bacchettate il Presidente Platini le ha già sparpagliate in mezza Europa, anche se le società spagnole ed inglesi più ricche hanno trovato il sistema di eludere le norme con sponsorizzazioni ed acrobazie immobiliari e contabili.

A me il fair play finanziario sembra un’assurdità economica e non solo perché castra il calciomercato. Perché stroncare le velleità di coloro – sceicchi o petrolieri, imprenditori o investitori – che vogliono puntare sul calcio conferendo risorse ? In quale settore economico si dice no all’ingresso di nuovi capitali e s’impedisce di aumentare gli investimenti degli imprenditori ? Il calcio di vertice è ormai uno show –business piuttosto che uno sport. Ed ha bisogno di risorse ingenti da parte dei mecenati 2.0. Nel Rinascimento si finanziavano Caravaggio e Tiziano, nel Terzo Millennio Ronaldo e Messi con il calciomercato. Cosa c’è di male e sbagliato a patto ovviamente di: averne le possibilità, di tenere in equilibrio i bilanci, di restare nell’ambito della legalità e di pagare tutti i tributi relativi ? Viva i soldi ed il calciomercato ché troppe volte la scusa del fair play finanziario impedisce investimenti, innovazione, ingresso di nuovi e più facoltosi protagonisti.

Nello sport americano girano miliardi di dollari e ci sono una serie di strumenti – come il salary cap – per contenere i costi. Ma chi vuole metter denaro dentro il sistema non è guardato con sospetto. Anzi è benvenuto,in virtù del principio che chi ha i soldi gioca. Gli altri restino pure a casa a guardare la NFL o la Liga spagnola, l’NBA o la Premier League.