Sta facendo discutere, e non poco, quanto avvenuto in Texas durante lo scorso fine settimana, quando il Samsung Galaxy S4 di una tredicenne è andato a fuoco, rischiando in questo modo di arrecare seri danni alla salute della stessa proprietaria. Se da un lato possiamo tirare un sospiro di sollievo sotto questo punto di vista, allo stesso punto la parentesi non può essere ancora chiusa, Soprattutto dopo le esternazioni del brand coreano dopo quanto accaduto.
La famiglia della ragazza, infatti, si è rivolta a Samsung con il chiaro intento di ottenere un risarcimento, ma la presa di posizione del produttore sembra essere poco flessibile sotto questo punto di vista. La stessa azienda ribadisce la necessità che gli accessori utilizzati siano sempre originali (non è ancora chiaro se il destinatario del messaggio sia generico, oppure rivolto alla vittima dell’incendio), ma soprattutto che è necessario non coprire un dispositivo come il Samsung Galaxy S4 nelle lenzuola.
In questo modo, il rischio è quello di limitare sensibilmente il flusso d’aria che arriva allo smartphone, con tutte le conseguenze del caso sulle temperature raggiunte dal dispositivo. Così l’azienda ha spiegato quali sono state le cause che con ogni probabilità hanno innescato l’incendio, adottando in questo modo un approccio profondamente diverso rispetto al passato.
In altre occasioni il “mea culpa” di Samsung è stato totale, risarcendo anche oltre il dovuto le vittime di incidenti domestici. Per tale motivo sento di essere molto combattuto nell’assumere una posizione sulla faccenda: da un lato credo che l’approccio dell’azienda sia figlio di un‘analisi minuziosa su quanto è avvenuto (o almeno lo spero), mentre dall’altro, a prescindere dal discorso delle lenzuola, sono fermamente convinto che dopo aver aver affrontato un costo elevato come quello associato al Samsung Galaxy S4, episodi simili (soprattutto per queste ragioni) non dovrebbero mai avvenire.