La macchinazione, il biopic su Pier Paolo Pasolini interpretato da Massimo Ranieri

David Greco regista e amico del poeta, giornalista, scrittore, regista, sceneggiatore, e drammaturgo italiano, sposa le tesi di più complotti sulle vicende della tragica morte e prova a ricostruire la verità del caso in un biopic su Pier Paolo Pasolini


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Nel 2015 saranno passati quaranta anni dalla scomparsa di Pasolini. Fu una grande perdita, perché Pier Paolo Pasolini era un valore aggiunto per l’Italia. Lo era soprattutto perché, al di là del suo talento come regista, come sceneggiatore, scrittore, poeta etc., che per alcuni può essere opinabile, fu semplicemente un grande osservatore.

L’attenzione che Pasolini dedicò nello studiare usi e costumi del nostro Paese, incise profondamente nel facilitare la comprensione di talune dinamiche che sarebbero state messe a fuoco perfettamente solo qualche anno più in là. L’anno prossimo ci saranno due film su Pier Paolo Pasolini. Ci sarà quello di Abel Ferrara con Willem Dafoe ad impersonare il regista, poeta, scrittore drammaturgo e giornalista italiano e ci sarà il film di David Greco intitolato La macchinazione, che proprio oggi è partito con il primo ciak a Roma.

Sicuramente non saranno troppi due film, perché c’è tanto da dire sull’uomo, sul personaggio, su tante cose, compresa la vicenda ancora oscura della sua morte. Ed è proprio questo ultimo argomento che sarà quello principale, ne La macchinazione. Il film, di cui si è cominciato a parlare nel 2009, vedrà Massimo Ranieri nel ruolo del poeta scomparso: la somiglianza per certi versi impressionante, era stata notata da molti e dallo stesso Pasolini. Va ricordato che David Greco, il regista di questo film, era un grande amico dello scrittore; aveva cominciato a lavorare nel cinema da giovane, proprio con Pasolini e fu tra i primi a giungere sul luogo di morte in quella tragica mattina al Lido di Ostia. Sulla verità della morte di Pasolini è probabile che si continuerà a scrivere ancora.

Greco ha definito il suo film, scritto insieme a Guido Bulla, un noir intrigante fruibile da chi non sa nulla degli eventi dell’epoca. Il cast vede fra gli altri anche Libero De Rienzo, Milena Vukotic, Roberto Citran, Matteo Taranto, François Xavier Demaison e Alessandro Sardelli, giovane esordiente.
Complotto, complotti o semplice delitto passionale: ognuna delle ipotesi sembra comunque reggere su elementi fattibili e comprovabili. L’unica verità, almeno per quanto riguarda me ed altri, è che c’è la certezza di aver perso un uomo che ha dato, e avrebbe potuto dare ancora, un contributo enorme nello sviscerare aspetti salienti degli usi e costumi degli italiani, che proprio in quegli anni stavano cambiando. Se poi sono cambiati in peggio o in meglio, beh questo è un altro discorso.