Città della Scienza e Pompei: La grande vergogna


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Pompei
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Che vergogna. Niente accordo per Città della Scienza e bacchettate dell’Unione europea per la gestione dell’area archeologica di Pompei. Sono ore terribili per la Campania e l’Italia intera, proprio mentre si spargono le lodi per il trionfo de “La Grande Bellezza” nella notte degli Oscar. Il patrimonio d’arte e cultura potrebbe salvare l’Italia ma chi se ne cura?

E’ saltata all’ultimo istante la firma dell’accordo di programma tra Governo, Regione e Comune di Napoli per dare il via alla ricostruzione della Città della Scienza distrutta un anno orsono da un rogo i cui piromani non sono stati ancora puniti. A benedire l’intesa era giunta il neo ministra Giannini che proclamava coram populo il messaggio di speranza che da Napoli si spargeva per la nazione; nel frattempo Comune e Regione litigavano sui punti dell’intesa. Fumata nera, ministra che torna a Roma con le pive nel sacco ed un rogo di polemiche che fanno male quanto le fiamme del 4 marzo 2013.

Il maltempo e l’incuria continuano a far crollare pezzi di storici reperti a Pompei. Uno stillicidio infame che prosegue nonostante i milioni messi a disposizione dall’Unione europea. I fondi sono quasi del tutto inutilizzati mentre proliferano summit, commissioni, liti tra periti. E così uno dei siti archeologici più importanti del mondo perisce irrimediabilmente.

Eppure i milioni di visitatori ogni anno potrebbero garantire enorme prosperità e finanziare i lavori di consolidamento, restauro ed ulteriore esplorazione del sottosuolo. Pompei infatti nasconde sottoterra ancora immensi tesori che l’assenza di fondi fino ad oggi non ha permesso di portare alla luce. Ma forse è meglio così. Meglio che le vestigia restino al sicuro nel sottosuolo. L’Italia e la Campania non si meritano tanta bellezza