CTS via libera a Sanremo e sci. Lo sport in rivolta: riaprire subito anche piscine e palestre

Lo sci ed il festival favoriti rispetto a palestre, piscine e tutti gli altri cinema e teatri. In rivolta il mondo dello sport e dello spettacolo

Via libera allo sci

Dal 15 febbraio via libera allo sci


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Il Comitato Tecnico Scientifico ha acceso il semaforo verde per lo sci. Dal prossimo 15 febbraio, seppur con molte limitazioni, sarà possibile nuovamente inforcare gli sci e concedersi una settimana bianca. La notizia era molta attesa dal comparto turistico alimentato dalla passione e dalla pratica dello sci.

Lo stop causato dalla pandemia ha messo in ginocchio un settore molto prospero che adesso, a colpi di sci, spera in qualche modo di recuperare almeno una parte della stagione. Il Comitato Tecnico Scientifico ha dettato una serie di norme molte severe riaprendo le piste di sci (leggi di più). L’intento è quello di scongiurare un’impennata di contagi che potrebbe esser paragonabile a quella provocata dalle vacanze estive sfrenate in Sardegna.

La buona notizia per gli operatori dello sci e degli organizzatori del Festival di Sanremo che ha ottenuto analogo via libera ha fatto scatenare la rabbia di tutto il resto del mondo dello sport. A contestare l’autorizzazione allo sci sono i gestori delle palestre e delle piscine. Decine di migliaia di impianti sportivi sono praticamente chiusi da un anno. Migliaia di lavoratori sono ridotti alla fame e le società sportive ormai hanno chiuso i battenti.

Lo sci ha avuto una corsia privilegiata rispetto alle piscine ed alle palestre nonostante abbiano adottato severi parametri per la sanificazione e la fruizione dei locali. Piscine e palestre, oltre all’attività agonistica, sono indispensabili anche per la pratica sportiva amatoriale che favorisce la salute personale e la sanità collettiva.

La frustrazione e la rabbia crescono. In qualche modo simile a quella degli operatori dello spettacolo che dopo il via libera a Sanremo invocano il via libera alla riaperttura controllata di cinema e teatri per non generare una gravissima ed ingiusta discriminazione