Ufficiale la data chiusura di Inbox by Gmail: non ne sentirete la mancanza

Bisognerà fare a meno di Inbox by Gmail: fissata la data di chiusura ufficiale


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Inesorabile fine per Inbox by Gmail, che Google aveva già informato sarebbe cessata entro marzo. Il laconico avviso in-app adesso è arrivato, senza lasciare spazio di manovra per quelli (in realtà pochi) che avrebbero preferito il servizio restasse in auge.

Ecco il testo del messaggio:

“Questa app cesserà tra 15 giorni. Puoi trovare le funzionalità preferite di InBox nell’app Gmail. I tuoi messaggi ti stanno già aspettando”.

Finora non era stata una data precisa della fine del servizio, che adesso possiamo circoscrivere al 2 aprile, giorno in cui verrà dato l’addio anche a Google+, Google Allo e l’URL abbreviato goo.gl. Coloro che sono affezionati ad Inbox by Gmail, devono sapere che il colosso di Mountain View sta lavorando per portare le sue features all’interno dell’app Gmail in versione classica (molte sono già state trasferite, mentre molte altre ancora mancano). Speriamo Google ci mette del suo (conosciamo bene di quante e quali risorse è capace) affinché gli utenti non sentano la mancanza di Inbox by Gmail, nato per fare le differenza e presto finito nel dimenticatoio (salvo qualche rara eccezione, come sopra vi dicevamo). Nel giro di qualche tempo, se tutto va come previsto, tutte le funzionalità di Inbox by Gmail saranno integrate nella versione standard dell’app Gmail, così che non ci siano utenti scontenti nonostante l’addio del servizio dedicato.

Una nota dolente, almeno per qualcuno, è rappresentata da Google+, il social network delle community nato con l’ambizione di poter dare del filo da torcere al ben più blasonato Facebook. Nonostante l’utenza di nicchia, la piattaforma non è mai riuscita completamente a sbocciare, cosa che ha poi costretto il colosso di Mountain View a chiuderla (cosa che avverrà il prossimo 2 aprile 2019, come suggerito poco fa). La società lavorerà affinché la mancanza di questi servizi sia il più indolore possibile (fatto sta che se avessero avuto seguito, l’azienda non avrebbe mai preso una decisione così drastica, ed è quindi giusto vengano ‘potate’ come rami secchi che poco o nulla hanno germogliato nel corso della loro vita).