Luigi Grechi De Gregori e il progetto di una canzone al mese: “Continuo a credere nell’arte” (intervista)

L'intervista a Luigi Grechi De Gregori, dal 21 giugno impegnato con il nuovo progetto "Una canzone al mese" sul suo sito web.

Intervista Luigi Grechi

INTERAZIONI: 22

Dal 21 giugno Luigi Grechi De Gregori propone “Una canzone al mese”, un progetto artistico che prevede ogni mese un brano a sorpresa sul suo sito web.
I brani fino ad ora presentati sono “Dublino”, scritta dall’artista e da suo fratello Francesco De Gregori, “Tangos e Mangos” e “Sangue e carbone”.
Luigi Grechi De Gregori nasce musicalmente alla fine degli anni ’60 al Folkstudio di Roma, interessato principalmente alla musica dal vivo, ai festival alternativi e alle radio libere.

Questo è un progetto che prevede una nuova canzone ogni mese sul suo sito web perché, come ha dichiarato, pensa che i cd siano giunti al tramonto. È un progetto a tempo indeterminato o c’è un punto di arrivo?

Io ho promesso a me stesso di andare avanti almeno per un anno, poi continuerò se avrò cose nuove  e sempre che il mio sito venga frequentato da abbastanza amici.
Non sono contro i CD, a me sembra che il mercato sia contro i CD. Devo cercare di pararmi le spalle e quindi cerco di attirare i contatti attraverso questo viaggio con brani in esclusiva per il primo mese e poi messi su YouTube, quindi di ascolto gratuito. Lo scopo è quello di fare concerti.

Come gestisce la scelta dei brani da proporre al pubblico?

È come se io stessi facendo un disco, ma un brano alla volta e con calma. Con calma relativa, perché la produzione di un brano al mese è un bel ritmo, direi.

Pensa che oggi gli artisti abbiano meno da dire o semplicemente è cambiato il mercato discografico? Cosa c’è di diverso?

Il mercato discografico, e parlo di politica commerciale, è ristretto. La distribuzione è un osso duro. Quindi chiunque oggi può fare un album, il problema è chi potrebbe essere interessato. Se non hai un’esposizione sui principali social network, radio e trasmissioni televisive, tu fai il cd e non lo sa nessuno.
Ci sono artisti che fanno ricerca, in tutti i generi di musica, che però non si conoscono e meriterebbero più fama e successo.

Spesso oggi puntano a tirare fuori hit, una dopo l’altra…

Capita che la hit sia davvero un pezzo eccezionale, ma la hit oggi non è il successo della canzone. È il successo di un’équipe in cui la canzone è l’ultima cosa.
L’importanza del promoter fa il successo, le persone che lavorano bene per l’immagine.
L’ottanta per cento dei successi è un successo di marketing, non dell’artista.

Tra gli artisti del momento c’è qualcuno che le interessa, anche solo come attitudine e non necessariamente dal punto di vista musicale?

Di quelli conosciuti non saprei cosa dire… sono molto disattento.
Non c’è nulla negli ultimi anni che io ricordi particolarmente, tra ciò che si sente nelle radio.

Ci sono persone che fanno cose interessanti come il duo “Le mondane”, ragazzi che hanno eseguito “Dublino” scritta da me e mio fratello Francesco. Questo è il primo che mi viene in mente, ma nel sottobosco della canzone italiana ci sono potenzialità, ci sono belle cose. È il mercato che non dovrebbe funzionare così.
Mi piacevano i tempi con i talent scout che cercavano di scovare talenti. Ora li costruiscono.

A volte alcuni ragazzi si svegliano un giorno e decidono di voler fare i cantanti e diventare famosi… 

Io continuo a credere nell’arte. L’artista fa arte perché non può farne a meno, non pensa all’obiettivo.

Il brano del prossimo 21 ottobre?

Sarà una canzone autobiografica, una canzone che parla di una mia estraneità ai luoghi. Non mi sento di appartenere, mi sento estraneo dappertutto. Sono stato in tante città, ma mi sento sempre un corpo estraneo.

L’ultimo brano di Luigi Grechi De Gregori uscito il 21 settembre è ancora ascoltabile sul suo sito web, in attesa del prossimo 21 ottobre.