Lorde accusata di antisemitismo sul Washington Post: “Boicotta Israele, ma appoggia il regime di Assad”

Lorde al centro di una bufera mediatica: l'accusa di antisemitismo da parte del rabbino Boteach.

Lorde accusata di antisemitismo

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Lorde accusata di antisemitismo dal Washington Post. La cantante neozelandese è, purtroppo, protagonista di una polemica diventata virale nelle ultime ore, a causa di una pagina comprata sul Washington Post.

L’annullamento del concerto previsto il prossimo 5 giugno 2018 a Tel Aviv in Israele, infatti, l’ha portata al centro dell’attenzione mediatica, o meglio, di una bufera mediatica scatenata dal rabbino Shmuley Boteach. Quest’ultimo ha commentato negativamente la decisione di Lorde di cancellare la data del tour a Tel Aviv, ma di mantenere invece i concerti in programma in Russia.

La polemica che vede Lorde accusata di antisemitismo si fa accesa anche per l’illustrazione in bianco e nero riportata sul Washington Post, con l’ambientazione che ricorda particolarmente i campi di concentramento, e con tanto di didascalia aggressiva.

Lorde boicotta Israele, ma si esibirà in Russia nonostante il supporto di Putin per il genocidio in Siria“.

La tempesta mediatica che si è scatenata attorno a Lorde accusata di antisemitismo si è intensificata dopo che Donald Trump ha annunciato Gerusalemme come capitale d’Israele. Lorde accusata di antisemitismo avrebbe quindi cancellato la data del tour a Tel Aviv per questioni diplomatiche, mentre i concerti a San Pietroburgo e Mosca in Russia si svolgeranno come da calendario.

Sempre sulla pagina del Washington Post, il rabbino Boteach accusa la cantante di aver usato misure differenti a proposito dei concerti in programma in Israele e Russia.

Boicottiamo i boicottatori e diciamo a Lorde e ai suoi amici bigotti che nel ventunesimo secolo non c’è spazio per l’odio verso gli ebrei“.

Al momento Lorde non ha dato risposta delle ultime gravi accuse di antisemitismo. Nei giorni scorsi, Lorde è stata raggiunta da una lettera dell’ambasciatore israeliano in Nuova Zelanda, pubblicata su Facebook. Nel messaggio, l’ambasciatore israeliano si è detto dispiaciuto della scelta della cantante di annullare il concerto a Tel Aviv.

Mi dispiace che tu abbia deciso di non suonare, hai deluso tutti i tuoi fan israeliani. La musica è un meraviglioso linguaggio di tolleranza e amicizia, qualcosa che unisce le persone. Il tuo concerto in Israele poteva aiutare a diffondere l’idea che le soluzioni ai problemi si trovano con la cooperazione e i compromessi. Il boicottaggio e l’odio, d’altra parte, rappresentano ostilità e intolleranza e mi è dispiaciuto vedere che tu hai ceduto ai sostenitori di un piccolo gruppo fanatico del movimento BDS (Boicottaggio, Disintegrazione e Sanzione) che nega il diritto dello Stato di Israele a esiste e diffonde odio e animosità“.