Addio smartphone a scuola in Francia, la legge dal prossimo anno: in Italia?

Cosa accadrebbe in Italia se seguisse il divieto degli smartphone a scuola, come avverrà in Francia dal prossimo anno?


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Verso il divieto degli smartphone a scuola in Francia, questa la decisione presa dal Ministro dell’Istruzione locale per limitare la dipendenza dei pre-adolescenti dai propri apparecchi cellulari.

Secondo quanto riportato da ‘IlPost‘, dall’anno scolastico 2018/19, quello prossimo insomma, gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado (elementari e medie, per intenderci) non potranno usufruire degli smartphone, nemmeno durante l’intervallo.

Il divieto futuro va ad aggiungersi alla restrizione vigente fin dal 2010, che non consentiva l’utilizzo degli smartphone a scuola durante le ore di lezione. Questa volta la misura è apparsa ancora più rigida, e per alcuni addirittura fuori luogo, tant’è che sono scattate subito le polemiche più sfrenate contro il provvedimento.

Del resto, al di là dell’estremismo che contraddistingue la misura di divieto degli smartphone a scuola anche durante l’intervallo, la restrizione appare anche difficile da attuare, in quanto la cosa costringerebbe i professori a stare sempre sul chi va là, pronti a sequestrare i dispositivi cellulari dei discenti, e magari costretti ad esibirne in bella vista sulla cattedra un quantitativo spropositato.

Il proibizionismo, quale che sia la sua forma, difficilmente ha dato i suoi frutti, e vederlo applicato nelle scuole in relazione ad un fenomeno del genere potrebbe non sortire risultati diversi. Sarebbe meglio, a questo punto, optare per un disturbatore di segnale all’interno degli istituti, in modo tale da poter utilizzare lo smartphone solo all’esterno, quando la circostanza lo richiederà.

Come credete che reagirebbero gli alunni italiani nel vedersi vietare l’utilizzo degli smartphone nelle scuole, anche nel corso dell’intervallo (considerate che in genere vengono concessi dall’insegnante di turno ai propri ragazzi dai 10 ai 15 minuti di pausa, non di più)? La misura troverebbe facile applicazione presso il nostro sistema scolastico (facciamo comunque presente che, almeno per il momento, non s’è sentito parlare in nessuna delle sedi)? Una domanda dalle risposte complicate: diteci la vostra attraverso il box dei commenti.