Il “crossover” degli MSTR a Optima Red Alert dopo un’esperienza in stile Super Bowl

Con Tutte Le Rock Band gli MSTR hanno catturato l'attenzione di Red Ronnie: l'intervista ai protagonisti della seconda playlist di ORA.

MSTR intervista Optima Red Alert

INTERAZIONI: 21

Da Cantù a Optima Red Alert: il viaggio musicale degli MSTR è iniziato poco più di tre anni fa e con il brano Tutte Le Rock Band sono stati selezionati nella seconda playlist di Optima Red Alert, il format ideato da Optima Italia in collaborazione con OM – OptiMagazine e Roxy Bar.

Gli MSTR sono Joe (voce), Simo (synth), Nigo (chitarra) e Johnny (batteria), una band che ama suonare dal vivo e lo fa con l’intento di comunicare qualcosa al proprio pubblico. Per questo motivo, così come ci hanno raccontato nella nostra intervista, i loro testi sono rigorosamente in lingua italiana e, a differenza degli altri gruppi, non sentono la necessità di utilizzare l’inglese, ma vogliono poter lanciare un messaggio che tutti possano comprendere.

Influenzati dal sound italo-disco degli anni ’90, i MSTR non si riconoscono in un genere specifico, ma la loro musica è in realtà frutto di un crossover, dal pop al rock, con qualche accenno di funky. Tante le esperienze che hanno realizzato in questi tre anni, da un half time show realizzato durante l’intervallo della partita tra Sassuolo e Lazio, alla performance in occasione del Rock in Roma dello scorso anno, dove hanno avuto la possibilità di aprire il concerto dei Subsonica, esibendosi di fronte a quindici mila persone.

Di seguito l’intervista completa agli MSTR:

Di dove siete e dove suonate?

Siamo di Cantù (Co), il nostro quartier generale, dove abbiamo un nutrito gruppo di amici che ci segue da sempre e non ci delude mai. Suonare dal vivo è la cosa che ci piace di più in assoluto sia che si tratti di farlo per i nostri amici o davanti a perfetti sconosciuti, in feste paesane o su palchi importanti.
L’anno scorso abbiamo vinto un concorso grazie al quale abbiamo suonato al Rock in Roma, aprendo il concerto dei Subsonica davanti a 15.000 persone. L’indomani eravamo ad Expo, chiusi dentro ad un padiglione con 3 spettatori in cerca di ombra seduti ad ascoltarci, eppure ci si diverte comunque e finché sarà così non c’è motivo per non farlo. Nonostante mille difficoltà ci riteniamo molto fortunati a poter fare quello che facciamo, amiamo suonare ovunque e per chiunque.

Che tipo di musica fate?

La nostra musica tecnicamente è un “crossover” che mischia vari generi: dal pop, al rock, al funky. Il tutto è condito dalla cassa dritta, una costante che contribuisce a creare un sound tipicamente anni ’90: elettronico, energico e tamarro!
Ci piace essere diretti e ci piace che la gente capisca quello che vogliamo comunicare fin dal primo ascolto, per questo i nostri testi sono rigorosamente in italiano. Non si tratta per forza di comunicare qualcosa di forte o “pesante”, anche parlare di divertimento alle volte è un bell’esercizio mentale, per chi scrive e anche per chi ascolta.

Come e quando avete deciso di diventare un gruppo?

I primi brani sono nati circa 3 anni fa e sono ad opera di Joe (voce del gruppo). Fin da subito nel progetto è stato coinvolto Simo, attuale tastierista degli MSTR. Gradualmente si sono aggiunti anche gli altri membri sino ad arrivare alla band attuale: Joe (voce), Simo (synth), Nigo (chitarra), Johnny (batteria). Ciascuno di noi proviene da esperienze musicali diverse e ciascuno porta il suo contributo alla riuscita del progetto.

A chi vi ispirate?

Più che ad un cantante o ad un gruppo specifico ci ispiriamo ad un immaginario artistico, un mondo sonoro che sinora ci ha influenzato profondamente e che è il sound italo-disco degli anni 90. Per quanto la storia abbia etichettato questo periodo come “Trash” (e in parte lo è stato) secondo noi gli anni 90 hanno rappresentato anche un momento di grande libertà creativa, in cui le logiche di mercato erano ancora poco definite. Si sperimentava di più e, sebbene ci fosse ancora molto da imparare, la cassa dritta, i sintetizzatori dal suono sporco e grasso avevano un carattere unico e totalmente diverso dalle produzioni musicali di oggi che sono impeccabili, bellissime…e forse per questo un po’ finte!

Raccontateci un aneddoto su di voi

Parlando di esperienze sui generis due anni fa ci è capitato di suonare durante l’intervallo della partita di campionato Sassuolo- Lazio, allo stadio di Reggio Emilia, una sorta di half time show all’americana. Non si è trattato di un vero e proprio concerto, bensì di un playback. Qualcuno potrebbe storcere il naso ma vuoi mettere il divertimento di esibirti davanti agli spalti pieni di gente, senza dover pensare alle note, mentre il tuo brano pompa ad un volume esagerato nell’impianto dello stadio? Quando ti ricapita? Ci siamo presi così bene che Joe si è scoperto un capezzolo come fece Janet Jackson al Super Bowl del 2004… potete trovare le foto nel deep-web!

https://www.youtube.com/watch?v=5WFEIdMy4TI&feature=youtu.be