Il cantautore anti-pop Andrea Carboni a Optima Red Alert con Santissimi

Una chitarra acustica ha rivoluzionato la vita di Andrea Carboni, cantautore di Pisa protagonista di Optima Red Alert: ecco l'intervista completa!

Andrea Carboni intervista Optima Red Alert

INTERAZIONI: 89

Un cantautore “anti-pop” come Andrea Carboni non poteva mancare tra i protagonisti della prima puntata di Optima Red Alert, il format ideato da Optima Italia e realizzato in collaborazione con OM – OptiMagazine e Roxy Bar.

Andrea Carboni ha già alle spalle due dischi di inediti, La Terapia dei Sogni rilasciato nel 2010 e DUE [ ] pubblicato nel 2013. Il suo ultimo singolo, Santissimi, è contenuto nel suo terzo progetto discografico intitolato La Rivoluzione Cosmetica in cui lo stesso artista di Pisa, così come ci ha raccontato nella nostra intervista, ha deciso di “rivoluzionare” totalmente la forma della musica e delle parole: il risultato finale è quindi un messaggio rivolto a tutti, un album che segna il cambiamento affrontato dallo stesso Carboni negli ultimi anni.

La passione per la musica è un qualcosa che ha nel sangue, ma la sua voglia di suonare ha preso il sopravvento quando si è reso conto di voler assolutamente provare una chitarra acustica. Grazie alla sua caparbietà non solo ha imparato a suonare uno strumento, ma ha dimostrato di avere delle ottime doti anche da cantautore.

Tanti i personaggi del mondo della musica e dell’arte in generale che l’hanno accompagnato durante il suo percorso di maturazione artistica, dai The Cure ai Radiohead, ma anche De Gregori e alcuni scrittori come Agota Kristof o E.T.A. Hoffmann.

Con la valigia tra le mani, sempre pronto ad affrontare nuove avventure, Andrea Carboni ha trascorso alcuni anni a Ginevra ed è proprio lì che una sera, alla festa di un’amica, ha incontrato una delle persone che ha sicuramente segnato il suo percorso musicale.

Di seguito l’intervista completa:

Di dove sei e dove suoni?

Sono di Pisa, anche se ho trascorso l’infanzia e qualche anno da adulto a Ginevra. Durante i tour che hanno accompagnato l’uscita dei miei dischi ho suonato in tantissimi club sparsi lungo tutta Italia, isole comprese: la via che ho deciso di intraprendere per farmi conoscere è proprio quella di portare la mia musica in più posti possibili.

 Che tipo di musica fai?

Faccio cantautorato rock, anche se mi piace definirmi un cantautore “anti-pop”. Questo per via di una sorta di rifiuto verso una scrittura canonica, sia per quanto riguarda musica e arrangiamenti, che per me hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella stesura di un brano, sia per la scelta delle parole nei testi. “La Rivoluzione Cosmetica”, il mio ultimo lavoro, è forse il mio disco più diretto: nei dischi precedenti la dimensione era quella personale o di un rapporto a due, adesso il messaggio è per tutti, quindi è cambiata totalmente la forma, sia nella musica che nelle parole.

Come e quando hai deciso di diventare un cantante?

Quando mi sono comprato la mia prima chitarra acustica, dopo anni di avversione totale verso le chitarre classiche. Non la sapevo nemmeno suonare, ma mi sono messo lì, in quelle che chiamavo le “catacombe”, una specie di seminterrato che avevo fatto mio nella casa in cui sono cresciuto, e, notte dopo notte, le canzoni sono venute fuori da sole.

A chi ti ispiri?

In realtà a nessuno in particolare, ma sono tanti i musicisti che mi hanno accompagnato in questi anni: The Cure, Radiohead, Bon Iver, De Gregori e moltissimi altri, e anche scrittori come Agota Kristof o E.T.A. Hoffmann… diciamo che mi piace l’arte in generale.

 Raccontaci un aneddoto su di te

Era il 2006 e all’epoca vivevo a Ginevra, avevo già iniziato a suonare e a scrivere canzoni mie ma ancora l’idea di fare un album vero e proprio non esisteva. Mi capitò di portare la chitarra al compleanno di un’amica e di suonare qualche pezzo, fra gli invitati c’era anche una ragazza di Parigi che all’epoca lavorava per EMI e, dopo poche settimane, mi ritrovai a suonare in un bellissimo Jazz Club su L’Île Saint-Louis, a Parigi. Una volta rientrato avevo le idee molto più chiare su quello che sarei voluto diventare.