The Catch stupisce con un season finale all’insegna del girl power (recensione)

Giovedì 19 maggio è andato in onda negli USA il primo finale di stagione di The Catch: ecco la recensione del doppio episodio all'insegna del girl power

The Catch stupisce con un season finale all'insegna del girl power (recensione)

INTERAZIONI: 180

Erano anni che non vedevo qualcosa come il primo season finale di The Catch. L’idea che, nel corso di otto episodi, mi ero fatta di circa la metà dei personaggi della serie creata da Jennifer Schuur, Kate Atkinson e Helen Gregory per Shondaland si è rivelata essere completamente sbagliata, e io sono rimasta a bocca aperta come non mi succedeva da un po’ per una serie tv.

Giovedì 19 maggio, negli Stati Uniti, ABC ha trasmesso un doppio episodio di The Catch per chiuderne la prima stagione: ad andare in onda sono stati gli episodi 1×09 “The Happy Couple” e 1×10 “The Wedding”. Quest’ultimo si è concluso con un cliffhanger non indifferente, un climax di momenti da “ma che cavolo” che avrebbe fatto indignare i fan se la serie non fosse stata rinnovata: il dipinto, il famoso dipinto del primo episodio, è l’oggetto della vendetta di Margot Bishop nei confronti di Alice Vaughan, che viene accusata del furto dell’opera, per poi venire salvata in corner quando Benjamin Jones si presenta agli agenti dell’FBI dichiarandosi colpevole a sua volta. Ma vendetta per cosa? E come, quando, perché? Andiamo con ordine.

Cominciamo da Ben, che come sappiamo dalla fine dell’episodio 1×08 ha scelto Alice: farà da informatore all’FBI per distruggere la Kensington Firm dall’interno, facendo credere a Rhys di essere ancora dalla sua parte. Tutto liscio, se non fosse che, in quanto “psicologa” di Alice, Margot viene a sapere quasi tutto: quasi, perché l’investigatrice si rende conto dell’inghippo, e con un trucco fa arrestare la donna.

Sembrerebbe tutto risolto, ma c’è solo un piccolissimo problema: Sybil Griffiths, la matriarca della Kensington Firm furba come un demone che, con i suoi contatti all’interno dell’FBI, non solo fa evadere Margot di prigione, ma scopre anche i piani di Ben di tradirli, e usa Alice come ostaggio per avere la lealtà dell’uomo. Usa, o meglio vorrebbe usare, perché qui entra in gioco la prima grande sorpresa di questo season finale: Rhys.

Non mi ha stupito tanto che il fratello di Margot abbia lasciato andare Alice grazie allo stratagemma organizzato da quest’ultima per essere un ostaggio armato, ma tutto ciò che è venuto dopo: Rhys che scopre di volere più bene a Ben che a chiunque altro, Rhys che si rende conto che sua madre è una tiranna, Rhys che aiuta i protagonisti della serie a organizzare la loro fuga d’amore, trasformandosi nel giro di un’ora e mezza da villain a eroe, almeno per me.

Ecco, questo sì che mi ha stupito: la trasformazione di Rhys. Ero certa, ma dico certa, che sarebbe stato lui il problema del season finale, che sarebbe terminato con la sua morte: era troppo pericoloso, almeno prima di “redimersi”, per restare in vita. E invece no, The Catch mi ha incantata con un capovolgimento di eventi totale, assurdo, al quale non potevo davvero credere mentre guardavo gli episodi.

Non è solo il cambiamento di Rhys ad avermi fatto restare piacevolmente sorpresa dal finale di questa prima stagione di The Catch. Gli episodi 1×09 e 1×10 della serie sono il trionfo del potere femminile, il che è sì la cifra distintiva delle produzioni di Shondaland, ma che a mio parere non è stata mai evidente e incisiva tanto come in questo caso.

Da una parte, Alice e Val; dall’altra, Sybil e sua figlia Margot. Quattro donne potenti, determinate e pronte a mettere i piedi in testa a tutti se necessario per ottenere ciò che vogliono: questo quadrato è il punto più alto raggiunto da questo show, e secondo me è reso in una maniera talmente ottima da parte della sceneggiatura e delle attrici da non essere forzatamente “femminista” nel senso dispregiativo del termine, quanto piuttosto una celebrazione del potere femminile.

E qui torniamo alla vendetta di cui sopra: Margot e Sybil, in onore di una ritrovata alleanza, organizzano una enorme rapina, o meglio una sostituzione di banconote vere con quelle false, durante un matrimonio a casa di una ricchissima malvivente. Senza che però le donne della Kensington Firm ne siano al corrente, Alice e la sua partner sono lì a monitorare la situazione, riuscendo dunque a chiamare l’FBI in tempo per farle cogliere nell’atto della rapina, e a far arrestare Sybil Griffiths. Margot diventa così il nuovo capo della Kensington Firm, ma nonostante l’avanzamento di carriera decide di togliersi un sassolino dalla scarpa, facendo incriminare Alice per il furto del dipinto.

Il girl-power di Shonda Rhimes non è mai stato del genere “nazi-femminista” che non tollera la presenza di uomini forti e accoglienti. Anche The Catch non fa eccezione: l’unico modo che Alice ha di uscire dalla spinosa situazione in cui si trova è quella di essere salvata da Ben, che ha così dimostrato di essere davvero cambiato e disposto a tutto per la sua amata, diventando anche lui il prototipo del principe azzurro 2.0 versione Shondaland. Che, nelle serie di Shonda, non manca mai.

Tirando dunque le somme di questa prima stagione di The Catch, possiamo dire che ha avuto una partenza un po’ rallentata, durante la quale ha faticato ad emergere dall’ombra di produzioni più famose quali Scandal e How to Get Away With Murder, ma che con un finale del genere ha messo i puntini sulle “i” dimostrando al mondo di non avere da temere per la concorrenza. E che, una seconda stagione, se l’è meritata a pieni voti.