Sole alto – l’inevitabile e beffarda dissolvenza della speranza

Tre storie d’amore che fanno da contraltare all’odio, alla paura, all’ostilità dell’intolleranza. Sole alto racconta la genesi di una speranza che si insinua nello scenario balcanico degli ultimi decenni: un film per ribadire che la dinamica antitetica di odio amore, per quanto opposta, accompagna sempre la nostra imperfetta natura umana


INTERAZIONI: 7

Parliamo ancora una volta di amore. E anche di guerra. Parliamone così, giusto per discuterne in merito a questo film. Parliamone senza approfondire, senza cercare di capirne più di tanto; perché a cercare di capire il senso e le dinamiche dell’amore o della guerra ne usciremmo inevitabilmente sconfitti. Senza ombra di dubbio.

Ciò nonostante però è sempre affascinante vedere contrapposto sul grande schermo questa eterna e indissolubile dicotomia: amore-odio; pace-guerra. In questo caso il pretesto è appunto Sole alto, pellicola che ha riscosso molto successo all’ultimo Festival di Cannes nella sezione “Un Certain Regard”, dove è stato premiato. Sole alto è un film che contrappone ciò che più di ogni altra cosa può essere definito come un contrasto totale, radicale: bianco e nero, luce e giorno, buono e cattivo. E potremmo continuare quasi all’infinito. Anche se tutto poi viene raccolto dentro i concetti di pace e guerra.

La pellicola è firmata dalla regia del croato Dalibor Matanić, che ha costruito questo film narrando di tre storie d’amore diverse. Diverse perché hanno per protagoniste coppie diverse, ma soprattutto perché ambientate in anni diversi. C’è però qualcosa che le accosta inevitabilmente. A fare da comune denominatore c’è infatti l’ambientazione, il contesto territoriale: due villaggi balcanici che assorbono, ineluttabilmente, attraverso periodi storici diversi, sentimenti di odio causati da motivi etnici religiosi. E allora Sole alto ci racconta di un amore apparentemente impossibile, sicuramente ostacolato, perché “accusato” come complice dispensiere di sentimenti che fanno da collante tra due persone, che dovrebbero essere in realtà nemiche. Insopportabile. Inammissibile per certe ideologie. Gli anni in questione sono il 1991, con gli albori del conflitto balcanico alle soglie, il 2001 con la difficile ripresa e le devastazioni delle coscienze che faticano a rimettersi in sesto, e il 2011 con un’auspicata, per quanto difficile, speranza di rinascita.

C’è un cuore, anzi più di un cuore che palpita. C’è una speranza che timida si affaccia su scenari di deprimente devastazione. C’è l’amore che sembra guadagnare posizioni nel suo eterno, indissolubile, e inevitabile conflitto contro l’odio. Sembra esserci tutto questo in Sole alto, ma sembra esserci con una forte e netta presenza; si avverte nitida e senza allusioni a buonismi preconfezionati e a finali scontati all’insegna dell’ovvio lieto. Merito della regia di Dalibor Matanić che ha diretto la protagonista Tihana Lazović, Goran Marković, Nives Ivanković, Dado Ćosić, Stipe Radoja, Trpimir Jurkić, Mira Banjac e Slavko Sobin.

A seguire ci sono trailer e locandina. Sole alto esce nei cinema il prossimo 28 aprile.

Trailer: