Certo, il dubbio che si tratti di una gigantesca operazione commerciale c’è sempre, ma si spera caldamente che non sia così: in tal caso la Sony Pictures avrebbe oltrepassato alla grande il limite della logica e del buon senso (anche commerciale credo).
Secondo le ultime notizie che arrivano da oltreoceano, l’iniziativa del colosso giapponese di basare la trama di The Interview sul tentativo della CIA di uccidere il leader Kim Jon Un non sarebbe piaciuta per niente ai nordcoreani. Dopo le irruzioni informatiche dei giorni scorsi dei Guardiani della pace, un gruppo di hacker che si è impossessato di molti dati sensibili della Sony (dai quali sarebbero trapelate, ad esempio, le opinioni negative sull’attrice Angelina Jolie) e ha spedito mail minatorie a tutti i dipendenti, adesso sono arrivate vere e proprie minacce di attacchi terroristici, per mano dello stesso gruppo. Evocando l’11 settembre 2001, i pirati informatici hanno prospettato attentati ai danni delle sale cinematografiche americane che decideranno di proiettare il film, che negli States dovrebbe uscire il 25 dicembre.
Non è ancora sicuro che gli attacchi provengano effettivamente dalla Corea del Nord, perché in seguito alle prime azioni un diplomatico di Pyongyang aveva negato ogni coinvolgimento, pur definendole giuste e additando il film stesso come un atto di terrorismo. Il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti ha cercato di fare rientrare l’allarme, affermando che non ci sarebbero conferme di un reale pericolo di attentati, ma intanto la premiere della nuova pellicola, che si sarebbe dovuta svolgere a New York, è stata cancellata. Annullate anche tutte le interviste e le apparizioni pubbliche dei due protagonisti, gli attori Seth Rogen e James Franco, programmate per il lancio di The Interview.