The interview – La nuova commedia di Rogen politicamente scorretta?

Scalpore politico, sospetti di vendetta hacker: il film con Seth Rogen e James Franco ce la mette tutta a creare clamore intorno sé. Le premesse, però, sembrano ridimensionare un lavoro che appare di una timida sufficienza, sospeso fra gag desuete ed entusiasmi ingiustificati.


INTERAZIONI: 7

Questo film ha già fatto chiacchierare un bel po’. The Interview, è una commedia scritta e diretta da Seth Rogen ed Evan Goldberg, con protagonisti lo stesso Rogen e James Franco: dal 22 gennaio sarà nei cinema italiani.
La trama, ricordiamolo (ne parlammo un po’ di tempo fa qui), ha due protagonisti: il conduttore e il produttore di Skylark Tonight, talk show di successo. I due hanno l’occasione della loro vita: intervistare il dittatore della Corea del nord Kim Jong-un, ma l’occasione è ghiotta anche per la CIA, che li assolda per annientare, una volta per tutte, l’ennesimo nemico comunista.

Da un punto di vista politico è stato detto che la Corea del nord non abbia gradito il tutto. Ovvio: un Paese in cui vige una dittatura (nonostante qualche “presunto” politico italiano abbia smentito…), fondato sul culto di una personalità, che nega libertà fondamentali, non avrebbe potuto agire diversamente. Sembra addirittura che dietro l’attacco Hacker di qualche giorno fa alla Sony, ci sia lo zampino della stessa Corea del Nord. Sarà. In ogni caso, volontario o no, studiato o meno, intorno a questo film è nato un bel clamore, una bella campagna pubblicitaria per così dire “indiretta”. Ora, che i due attori siano in gamba, va bene, ci può anche stare. Fra l’altro, tra i due James Franco si distingue per essere un tipo eclettico, vulcanico, impegnatissimo: ha mille progetti e mille ne fa. Beata gioventù.

Ma le immagini di questo trailer, mi hanno fatto riflettere sul concetto di volgarità. Tralasciando, almeno in questa sede, il compito fondamentale di appurare cosa è davvero volgare e cosa non lo è (spesso sono solo convenzioni sociali), è conveniente ammettere, per sintesi, che spesso la presunta volgarità fa ridere, perché alla fine mostra, per così dire inopportunamente, ciò che spesso si nasconde, si cela dietro una sorta di presunto bon ton. Magari il solo fatto di vedere un qualcosa di “censurato” sul grande schermo, con tutti gli ammennicoli del caso, è di per sé un’esplosione di sincera complicità. Quasi una sorta di ammissione “catartica” del proprio peccato. Un peto, un tradimento scoperto all’improvviso con tanto di clamore, una situazione imbarazzante…E allora nelle brevi scene di questo trailer, scorgo poca differenza con i nostri nazionalpopolaricinepanettoni. Poca differenza fra loro, ‘tacci’ vari e puntali di alberi di natale che finiscono in orifizi anali.
Va accettato: ci sono sicuramente canoni, al pari di tabù, presenti in molte culture, che a farli deflagrare sul grande schermo, tracimano in una grassa risata. Sta a vedere che mi tocca rivalutare rutti e flatulenze dal sapor italiota. Fatevi un’idea con il trailer a seguire.

http://youtu.be/1ukLzPJNjuc