Questione di tempo, recensione


INTERAZIONI: 7
Questione di tempo, recensione
Questione di tempo, recensione

In Questione di tempo non c’è la DeLorean di Marty McFly e Doc Emmet Brown, ma la simpatia di fondo è simile. Non puoi uccidere Hitler o farti Elena di Troia, spiega un sempre magnifico Bill Nighy nel ruolo di colui che deve tramandare e insegnare il potere al figlio, ma solo qualche saltino nel passato in momenti di cui si ha un chiaro ricordo.

A rendere possibile il viaggio quindi, non servono flussi canalizzatori o buchi spazi temporali, ma solo un angolino buio dove poter stringere i pugni e concentrarsi. Una semplificazione e una, se vogliamo, ridicolizzazione del concetto che avrà fatto restare sveglio per diverse notti J.J. Abrams, e che riflette il carattere genuino di una commedia romantica per nulla banale, che fa della sua genuinità il suo punto di forza.

Dietro la macchina da presa troviamo il Richard Curtis autore di sceneggiature importanti come Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill o Il diario di Bridget Jones, che però nonostante il blasone di tali titoli, trova forse qui la sua migliore ispirazione.

Questione di tempo colpisce per il suo fascino e il suo saper trasmettere emozioni altalenanti anche grazie alle sartoriali interpretazioni della coppia protagonista formata da Rachel McAdams e Domhnall Gleeson, quest’ultimo noto soprattutto per il suo Bill Weasley in Harry Potter.

Questione di tempo racconta la storia di un ragazzo che una volta appreso di avere il potere di tornare indietro nel tempo utilizzerà la sua capacità per cercare di migliorare la sua vita. E se la cosa non funziona al primo tentativo si può sempre riprovare.

Questione di tempo arriva nelle nostre sale oggi 7 novembre.
Il trailer lo trovate qui.