La rivolta di Cellino. Basta con il calcio ad uso e consumo della tv !


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La mancata disputa della gara Cagliari-Roma è l’ennesima figuraccia del calcio italiano. I vertici di Federazione e Lega dovrebbero dimettersi immediatamente per non aver saputo assicurare il regolare svolgimento di un torneo seguito da milioni di persone e con un fatturato economico superiore al miliardo e mezzo di euro.
Pensate che qualcosa del genere sarebbe mai potuta accadere nella Premier League inglese o nella NFL statunitense? In Italia è accaduto. Con gravissime conseguenze sull’andamento del torneo. I tre punti regalati alla Roma di Zeman, giunta in Sardegna con l’attacco baby, e la penalizzazione più che probabile inflitta agli isolani peseranno tantissimo tanto sul vertice quanto sulle retrovie del campionato.
Certo l’invito allo stadio del patron Cellino, coerente con l’irruenza del personaggio, è stato intempestivo. Ma in qualche modo bisognava rompere un’inedia sconvolgente. Non mi piace l’idea di giocare le gare a porte chiuse. Non mi piace che la gente resti fuori e ci si debba preoccupare soltanto della televisione – diventata la principale se non unica fonte di finanziamento del calcio italiano – a tutti i costi.
Apprezzo il quotidiano impegno per la legalità e la sicurezza dei vertici dell’ordine pubblico, ma non accetto il fatto che lo stesso ordine pubblico diventi il pretesto esagerato per tener i tifosi a casa davanti al televisione. Il calcio vuole gli stadi pieni. Magari con capienza limitata, ma con la gente vera sugli spalti e non i figuranti catodici. Per questo obiettivo bisogna lavorare e non soltanto per il set televisivo. Cellino ha fatto bene a rompere gli schemi ponendo tutti e ciascuno al cospetto delle proprie responsabilità.

 

Seguiremo gli sviluppi delle prossime ore sperando che le gare casalinghe del Cagliari possano riavere gli spettatori ed il calcio italiano ritrovare un minimo di credibilità