Come solo lui sa fare, Morgan ricorda Roberto Rossi e lo fa con un post struggente in cui lo ringrazia per la loro vita insieme e il suo impegno nella musica. Marco Castoldi sceglie parole e musica per condividere con i suoi follower un momento di raccoglimento fatto di note e ricordi.
Roberto Rossi è scomparso l’11 maggio dopo una lunga malattia. Il mondo della musica gli ha reso omaggio con numerosi post pubblicati sui social. Rossi è stato direttore d’orchestra al Festival di Sanremo, direttore della Sony Music Italy e tastierista di Eros Ramazzotti. Una personalità fondamentale per l’intrattenimento italiano degli ultimi 40 anni, che Morgan ricorda pubblicando un Requiem per Roberto Rossi e una lunga dedica al produttore scomparso.
Secondo Castoldi, Roberto Rossi si è spento “come si spegne un synth” e lo descrive come un maestro di musica e di vita, al quale deve ogni sua conoscenza. Le parole scorrono a fiumi, con un Morgan desideroso di rendere grazie a Rossi per tutto ciò che oggi sa fare – scrivere, comporre, suonare – e che gli ha permesso di scegliere la musica come carriera.
Morgan scrive:
“Si è spento Roberto Rossi come si spegne un synth. E noi non li volevamo spegnere mai i sintetizzatori, i nostri amati giocattoli da bambini cresciuti che sembrano adulti ma sono più bambini degli altri, e paradossalmente non vanno fuori a giocare con gli altri bambini ma stanno in cameretta a sognare e suonare, perché quello che ci fa fremere di entusiasmo e ci esalta è la musica da costruire, da realizzare con quelle astronavi piene di luci e di leve, piene di tasti e di cavi. Eravamo tasti della stessa tastiera”.
Quindi:
“Roberto è stato mio maestro, produttore e fratello maggiore, insegnante di tastiere e di strutture di canzoni: io so come si fa una canzone e come si programma un sequencer, so come si collegano tra loro gli strumenti musicali digitali per fare gli arrangiamenti e come si fa a farlo per fare uscire della musica bella, da ascoltare e da suonare perché me lo ha insegnato lui. È quello che fa di me ciò che sono, è parte di me, la mia essenza musicale, la mia conoscenza ad aver trasformato una passione in una professione, è perché ho incontrato lui, Roberto, e insieme abbiamo creato e lui mi ha insegnato”.
“Grazie per quello che sei stato”, conclude Morgan per ricordare l’amico e maestro scomparso in un flusso di affetto e devozione, un’emotività che ha dispensato anche con la morte di Franco Battiato.