Quando My Way di Frank Sinatra diventa un successo internazionale, lo stesso crooner non se lo spiega. Una canzone che di colpo diventa parte della storia americana, con l’intercessione di un ispirato Paul Anka che scrive il testo sulle note di Comme d’Habitude di Claude François. Un brano perfetto per The Voice.
Chi ha memoria ricorderà i Me First And The Gimme Gimme’s, side-project di Fat Mike – voce e bassista dei NoFx – che con le versioni punk rock dei grandi classici del Novecento hanno messo in piedi un’intera discografia; ecco, Sid Vicious – proprio lui – fa la stessa cosa qualche anno prima. Nel 1978 My Way di Frank Sinatra viene profanata in una versione dissacrante, con Sid che si esprime in una versione in due parti: la prima melodica, o finta tale, la seconda con chitarre in muting e groove à la Sex Pistols.
Il risultato è tutto nel mockumentario The Great Rock’n’Roll Swindle di Julien Temple. In quel tempo Sid Vicious si trova a Parigi, e nel film della Temple lo vediamo introdotto da un conduttore all’interno di un teatro. Sid scende le scale in modo sciancato di fronte ad un pubblico ora adorante e ora disgustato, fa la sua tipica smorfia e canta la sua versione maledetta di My Way di Frank Sinatra.
Anche la versione di Sid entrerà nella storia. Tutto ferocemente sbagliato e giusto, fino al gran finale. Sid impugna una pistola e spara ripetutamente contro il pubblico, poi si volta di spalle e fa per risalire le scale, ma non prima di aver mostrato alle sue vittime le dita a V che nello slang britannico corrispondono al dito medio.
Il punk è anche questo: un ragazzo incontrollabile che va in scena per scandalizzare, ma senza copioni. Sid Vicious è così fuori controllo da imbarazzare anche Johnny Rotten, che tenterà più volte di allontanarlo da Nancy Spungen per evitare che anche lui si inietti eroina. My Way di Frank Sinatra, nella versione di Sid Vicious, è un manifesto del punk che sta lentamente per cedere il posto a nuove varianti.