Che la fine dei Beatles manchi soltanto di ufficialità è cosa nota, specialmente per l’addetto stampa Derek Taylor che nel White Album (1968) ha visto un progetto ormai sempre più sbiadito, quattro tasselli di un puzzle destinato a dividersi per sempre. Paul McCartney il 10 aprile 1970 aggiunge un nuovo punto alla gloriosa storia dei Fab Four: quello finale.
Lo fa, Paul, con un botta-e-risposta con se stesso inviato ai quotidiani britannici il 9 aprile. In allegato al comunicato stampa, Paul invia il suo primo album solista McCartney. Da tempo Macca è depresso e demotivato, e la decisione di chiudere per sempre con i Beatles non è certamente dell’ultima ora. Il 10 aprile Don Short del Daily Mirror, in ogni caso, pubblica un titolo che farà storia: “Paul is quitting the Beatles”.
La notizia è talmente tragica che dalla redazione di CBS News commentano:
“L’evento è così importante che gli storici potrebbero, un giorno, vederlo come un punto di riferimento nel declino dell’Impero britannico”.
Non serve contestualizzare tutto. Nel Q&A inviato ai media c’è un passaggio inequivocabile:
“Ti mancano i Beatles?
No.
Hai in progetto di fare un nuovo album o un singolo con i Beatles?
No”.
No, non gli mancano i Beatles né i Fab Four saranno presenti nel suo futuro. Poi si continua:
“La tua rottura con i Beatles è temporanea o permanente, a causa di differenze personali o musicali?
Differenze personali, differenze di lavoro, differenze musicali, ma soprattutto perché mi diverto di più con la mia famiglia. Temporanee o permanenti? Non lo so, davvero.
Prevedi un momento in cui Lennon-McCartney diventerà di nuovo una partnership attiva nella scrittura di canzoni?
No”.
Nel futuro di Paul non ci sanno i Beatles, e nemmeno John Lennon. Un colpo basso per il mondo e per lo stesso giornalista Don Short, che riceve quel comunicato mentre sta per lasciare l’ufficio. Scosso dallo scoop ma anche dalla notizia, Short dichiarerà che la portata di quell’articolo era talmente scottante che fu redatto “in un carattere tipografico in grassetto normalmente riservato a terremoti, incidenti aerei e altri disastri”.