Dopo otto anni RON ha pubblicato un nuovo disco di inediti ed è spettacolare. Rosalino Cellamare, questo il suo vero nome, è uno dei cantautori più pregiati quanto defilati nella storia della canzone italiana.
Mi sono collegato con lui durante la diretta di We Have a Dream, mi ha raccontato l’album e abbiamo visto insieme alcuni video, ognuno con un’atmosfera diversa dall’altro:
“I gatti”, dov’è circondato da felini.
“Sono un figlio”, che parte da un capannone tra attrezzi di lavoro per poi immergersi in un campo dove dall’alto si vede un disegno splendido.
“Abitante di un corpo celeste”, che vede Ron diventare motociclista e andare libero tra i campi.
“Più di quanto ti ho amato”, un piano sequenza su una spiaggia solitaria al tramonto con una interpretazione molto intensa di Ron.
Poi, visto che la coincidenza ha voluto che nella puntata dopo Ron ci fosse Ila Scattina che aveva realizzato il video “L’aquilone” in cui lui era insieme a La Scelta, ho fatto incontrare Ila con Ron.
Ecco il comunicato del nuovo album:
“Sono un figlio”, titolo e contenuti autobiografici per il nuovo album di inediti di RON, in uscita il 30 settembre, a distanza di 8 anni dal suo più recente lavoro in studio.
Il disco è parte del progetto artistico per i 50 anni di musica dell’artista, che comprende, tra l’altro, un tour teatrale – seguito della serie di successo dei concerti estivi – e una voluminosa doppia raccolta dei suoi successi (“Non abbiam bisogno di parole”) pubblicata la scorsa primavera.
Composto da 13 canzoni e dedicato a suo padre, “Sono un figlio” è il ritratto di un artista in stato di grazia, un RON che racconta se stesso come mai prima. Che ha voglia di condividere col mondo i suoi pensieri, che fa dell’introspezione lo strumento per trovare le emozioni più forti e intime, in questo momento fatto di urgenze. Un lavoro meticoloso, che ha richiesto tempo, dalla ricerca delle canzoni che lo rappresentassero in questo periodo della sua vita alla scelta dei suoni e degli arrangiamenti essenziali, che dessero profondità e
articolazione lessicale ai testi.
Mai RON si era raccontato così apertamente, in una catarsi che coinvolge inevitabilmente chi lo ascolta, identificandosi nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti.
“Mi sono reso conto che il lockdown e la pandemia avrebbero voluto che impazzissi, invece mi hanno dato modo di rallentare, di ascoltare moltissima musica in quel periodo, e mi ha letteralmente aiutato. Sono sempre alla ricerca di cose nuove, ho scoperto tanti giovani di talento, anche internazionali, come Finneas O’Connell (al quale ho inviato l’adattamento italiano di “Break my heart again”, che ho anche riarrangiato) ed Ethan Gruska, di cui mi sono innamorato e che mi ha dato la voglia di tornare al pianoforte. È così che mi sono messo a scrivere per il nuovo album”
L’idea del trascendentale è il “sottofondo filosofico” delle nuove canzoni, che contengono immagini universali che rispecchiano l’animo che si apre incondizionatamente; la vita e l’amore, intese come esperienze, in senso lato, e relazione con gli altri. Così come tornano gli elementi fondamentali con cui ci riconosciamo piccoli davanti alla grandezza dell’universo, e questo tempo di restrizioni dove si riscopre l’essenziale, ciò che ci circonda e rende vivi, con il bisogno di includere.
“Sono un figlio” è il ritorno alla migliore canzone d’autore, una collezione di “frammenti” che ci rivelano la personalità di un grande artista sensibile e raffinato, protagonista indiscusso del panorama d’autore.
“La musica è la vita che scelgo ogni giorno per me”, racconta RON, innamorato del suo mestiere, che è quello di “comporre un mosaico con le canzoni, che a volte possono farci piangere o sperare, e che, in fondo, rivelano l’essenza più intima di noi”. Insomma, un mosaico prezioso quello che ci ha consegnato nei 50 anni di attività, e che, con le nuove canzoni, ci restituisce una fotografia ancor più completa della sua arte.
Dopo il tour estivo in compagnia dell’orchestra, RON presenterà dal vivo il nuovo progetto nei principali teatri italiani.
I TREDICI BRANI DI “SONO UN FIGLIO”
Dedicato a suo padre, l’album si apre con la canzone omonima, SONO UN FIGLIO. Per la prima volta RON ci racconta di papà Savino e della storia d’amore dei suoi genitori, nata durante la seconda guerra mondiale. Il ricordo di una storia vissuta per arrivare al concetto di amore, rivelando con delicatezza i racconti che aveva ascoltato da ragazzo dai suoi genitori, i dettagli di una vita dura ma piena di sogni da realizzare. Papà Savino aveva conosciuto Mamma Maria rifugiandosi a casa sua, gli aveva salvato la vita, e lui se ne era innamorato. SONO UN FIGLIO è uscito come singolo alla fine del 2021.
(Sono un figlio venuto al mondo per amore in un tempo dove tutto era da fare …. questo tempo io lo vivo per la forza di mio padre / e per quel cuore sempre in viaggio di mia madre / me lo tengo stretto come una catena che anche a me adesso tocca riparare / perché è unica e insostituibile troppe volte impossibile / ma val la pena portarsela addosso / la vita ci sorprende così tanto… così tanto)
ABITANTE DI UN CORPO CELESTE è firmata da RON e GUIDO MORRA. Letteralmente “solare” fin dalle prime battute, uscito come singolo, è stato il primo brano ad anticipare l’album. Ecco nella sua interezza e molteplicità quel ‘corpo celeste’, che non è altro che il nostro pianeta, la Terra, per noi abitanti “precari, a tempo determinato”.
(…dall’amore son nato e lui vale / che è il sublime e anche la pena / l’ascensore che unico sale / alla felicità non terrena / abitante di un corpo celeste / anche detto soltanto terrestre / sono spesso contento confesso / anche senza nessuna ragione / perché oltre che intorno a me stesso / io giro intorno al sole)
PIÙ DI QUANTO TI HO AMATO – scritta da BUNGARO, CESARE CHIODO e RAKELE – è il terzo brano che RON ha presentato al pubblico, uscito come singolo in primavera. Viviamo un tempo in cui si fa fatica ad amare qualcuno in modo intenso. Curiosità: la versione dell’album è diversa da quella del singolo.
(Vorrei guardarmi con gli occhi degli altri, capire chi sono / che non è facile amare sé stessi e dirsi perdono / e immaginarti al mio posto di fronte alle scelte importanti / in questa guerra di sogni dove la vita è un istante …. mi manchi così tanto / più di quanto ti ho amato / ti aspetterò quì dentro / dove non ti ho mai lasciato / mi manchi così tanto / lo senti questo vento / questa musica lontana…)
DIVENTERÒ ME STESSO – testo di GUIDO MORRA su musica di MAURIZIO FABRIZIO e RON – è la canzone più autobiografica dell’album. Scritta prima della pandemia, è la storia di un uomo solo che cammina per le strade, ed è felice: fantastica solitudine di trovarsi in un posto e di non sentire la mancanza di nessuno né di nulla. RON s’identifica molto in questo ritratto: è in questa condizione che riesce a trovare se stesso. (Nessuno parla in giro / le radio sono spente / non c’è mai stato altro tempo che il presente / il mare non si muove non si alza il vento / ed io mi sento bene / stranamente contento….posso girare il mondo / vedere come suona / o amare per sempre la stessa persona / e quello che mi manca / è qui e anche adesso / è libero e splendente /pure senza alcun successo / diventerò me stesso… / All’orizzonte nulla / ma è un nulla che fa bene / che spezza all’improvviso tutte le catene per strada e nel mio cuore la pace ed il silenzio sembra di stare quasi come fuori dal tempo)
UN’ASTRONAVE NEL CIELO, ovvero le paure che porta con sé il sentimento dell’amore. Un testo originale, scritto da MATTIA DEL FORNO della band “La Scelta”, per far emergere le fragilità dell’uomo di oggi. (Cercami, e nella vertigine trovami / ti porterò fuori di qui / da questo intreccio difficile /dove non potevi vedermi perché non volevi vedermi / perditi che solo così potremmo raggiungerci / pensami come una musica in mezzo al caos della tua vita / adesso puoi distinguermi fra il rumore ed il niente, ed il niente …. / ti fa paura l’amore? e allora chiamala necessità / fa paura a tutti ma poi diventa felicità / se cerchi adesso una via, per capire dove andare smarrisci il senso…)
In MELODRAMMA POP, GUIDO MORRA tratteggia la storia di Rosalino Cellamare, in arte RON, da quando, ragazzo, si è affacciato al mondo della musica, fino all’uomo che è diventato oggi. 50 anni, non proprio tutti facili, ma vissuti tutti con passione.
(Io salgo sopra un albero e m’incanto appare tutta la mia vita dall’alto… / e guarda chi si vede / un quindicenne con la chitarra nuova / e tutto il corpo ride mentre suona / e vuole fare l’arte e se ne sta in disparte / i pugni se li prende di nulla mai si pente / ma ha passione e fede nell’amicizia crede…. / il mio è un melodramma pop / ci vorrebbe Freud e per scriverlo James Joyce o meglio ancora Totò / gli anni avanzano e avanza la speranza di Ron / quello che sono adesso mi viene incontro / allora scendo e accetto il confronto / lui ha l’irrequietezza io tifo per la gioia / lui cerca la saggezza io quasi non ne ho voglia / che l’ovvio mi deprime e l’ordine mi annoia)
LA STESSA PERSONA racconta della presa di coscienza che può esserci quando ci rendiamo conto che la persona che abbiamo a fianco da sempre è quella giusta, la persona speciale disegnata e creata per stare insieme a noi. Un feeling che può durare per tutta la vita. Testo di GUIDO MORRA e musica di RON.
(lo so che sembra strano ed è un’impresa / però la strada giusta è quella già intrapresa / è ripida scoscesa e misteriosa / tra buche e tra scossoni è piena di splendori / ogni volta mi stupisce la magia di tutti quelli che così come me / amano sempre la stessa persona / e della stessa persona sempre s’innamorano / si fidano sempre della stessa persona e alla stessa persona sempre si confidano / si allontanano a volte da quella persona / però da quella persona sempre poi ritornano / beato chi ha un po’ di fede e nell’amore ci crede avevo dei dubbi ma non ne ho più quella persona quella persona sei tu… sei tu)
ANNINA, scritta da RON, è l’immagine di ogni donna che non si piace e che si crede brutta. È anche un invito a vivere ora, senza troppo preoccuparsi. Quel “carpe diem” quanto mai attuale dopo un periodo come quello vissuto in pandemia, quando il nostro mondo finiva dietro una finestra, senza più relazioni.
(Annina non nasconderti / apri gli occhi guarda in su / il cielo è sempre blu / anche quando si sporca di nero e il mondo non ci piace più / poi tutto si tinge di fuoco / quel fuoco che è dentro all’amore / solo lui ci potrà salvare…Annina quanta bellezza sei / questo è il tempo per tutti e per te / che non ci piacciamo mai neanche quando ci va tutto bene)
QUESTO VENTO è l’unico duetto dell’album, con LEO GASSMAN, che ha scritto la sua parte di “cantato”. Un padre e un figlio, due generazioni distanti ma con la voglia di stare insieme e di imparare l’uno dall’altro, con la convinzione e la speranza che insieme potranno disegnare un mondo diverso.
(Io e te così diversi / Non ci siamo persi mai / E già lo so che non mi pentirò / Che un giorno salveremo il mondo / Ti prego prendimi per mano / Ti prego fammi da guida / Non posso fare sta salita senza di te / Ho bisogno di idee ho bisogno che tu stai con me / Durante tutte le guerre che non sono perse / Tempeste avverse che non possono fermare / Questo vento / Oh oh oh / Mi servirebbe un po’ / Del tuo vento / Oh oh oh / Ragazzo mio / Il tuo tempo / Oh oh oh / Questo vento / Oh oh oh..questo vento, sei tu questo vento)
Il brano Break My Heart Again di Finneas è la cover dell’album. RON e la sorella ENRICA CELLAMARE hanno “adattato il testo in italiano” con il titolo di QUEL FUOCO, e lo stesso RON ha completamente riarrangiato la musica (“amo particolarmente questa canzone e il modo di cantare di Finneas. È stata una delle scoperte musicali nel periodo del lockdown”).
(Sei triste respiri ancora? hai la verità nascosta dentro al cuore / è un fuoco che ti consuma / so che menti quando dici “sto bene” / dai vieni qui a spezzarmi ancora il cuore / come ho fatto anche stavolta a lasciarti entrare? / sei forse tu l’immagine della follia? o sono io…? ah dev’esser forte amar qualcuno che si fa uccidere due volte)
NELLE LETTERE (su testo di NICCOLÒ AGLIARDI e musica di EDWYN ROBERTS) RON ci si ritrova pienamente, essendo stato un prolisso scrittore di lettere.
(Siamo nelle lettere e solo qualche volta nel tempo reale / io qui tu lì / se ci vedessimo che senso avrebbe il nostro male siamo nello stomaco / cani viaggiatori su un treno regionale / io qui tu lì / se ci parlassimo avremmo meno da desiderare….io parto torno e tu non passi mai / io dove ci metto amore cado / ti tengo nelle lettere così mi tengo vivo / siamo stati al limite e vivere da capo è un dolore infernale / io qui tu lì / non so che farmene di chi non ci ha mai visto attraversare la verità che sta nell’altro con il proprio amore / la libertà dell’altro col lasciarlo andare / tu ma tu com’è che fai / io parto torno e tu non passi mai / io dove ci metto amore cado / ti tengo nelle lettere così mi tengo vivo)
In FINO A DOMANI, RON firma la musica, è il racconto di una coppia che sta insieme da tanto tempo, che si ama, ma che vuole uscire dalla routine ed è alla ricerca di qualcosa di diverso….immaginando cosa potrebbe accadere. Testo di MATTIA DEL FORNO e DONATO SANTOIANNI.
(lo vedi che ci stiamo accontentando di rimanere fianco a fianco / la vita mia che è sempre stare in viaggio sei l’unico paesaggio qui e come ogni venerdì mi versi un po’ di vita nel bicchiere, si / e continuiamo a scendere le scale tenendoci per mano / niente è uguale se rinnoviamo a colpi di sereno il nostro cielo / e disegniamo angeli nel grano (cosi fino a domani) proviamo a reinventarci come vogliamo (fino a domani) qualcosa che stravolga i nostri piani fino a domani)
L’album si chiude con I GATTI, scritto da GIULIO WILSON con RON e VALTER SACRIPANTI. È il brano scelto per l’uscita dell’album. Una canzone poetica e velata di malinconia, dove la presenza dei gatti, così speciali e misteriosi, si intreccia con l’assenza di un amore, evocando, con il loro modo di essere, emozioni e ricordi di quella persona che non c’è più. E così il cielo “che sembra un quadro di Magritte”, la luna e i pianeti, tornano come luoghi ideali dell’anima, quasi aspirazioni visibili del nostro desiderio di ritrovarsi, di innamorarsi per sempre, dove l’amore è per la vita e per chi ce la rende unica“
(Amori, che nascono per caso / e se ne vanno all’improvviso / quando non li senti più….il cielo sembra un quadro di Magritte dipinto sopra i tetti / apri le finestre questa sera puoi sentire che mi manchi / mi è sembrato di vederti tra la luna e le antenne dei palazzi / quando senti che ti penso lo sentono anche i gatti / qualcuno dice sono extraterrestri, forse sono solo un po’ più tristi di me)