OM incontra Nek dopo il concerto sold out a Milano e in occasione dei festeggiamenti dei suoi 30 anni di carriera, celebrati attraverso il progetto 50/30.
50 anni di età e 30 sul palco, quale numero spaventa di più Nek? “30 perché la sfida più grande è quella di mantenere l’asticella ad un certo livello o alzarla. Oggi è più semplice arrivare al successo, rimanere di successo non lo è affatto”, sottolinea l’artista che tuttavia i suoi 50 anni a volte li sente tutti ma “il mio entusiasmo da ragazzino domina l’anagrafe, per fortuna”.
30 anni di musica, di grandi successi e di immense soddisfazioni ma c’è qualcosa che Nek vuole ancora raggiungere, progetti sui quali vuole lavorare nei prossimi anni: un live in uno stadio, la scrittura di una colonna sonora ma anche un album strumentale.
Centrale per Nek è sempre il pubblico. “Spero di raggiungere sempre più pubblico. Sono passati 30 anni ma mi sento sempre un apprendista. Questo mestiere si presenta sempre in forma nuova, specialmente in questi ultimi anni”, aggiunge. E negli ultimi mesi è stato vittima di un incidente, che ha affrontato con coraggio e che ha stravolto la sua vita: non potrà più suonare la chitarra.
“Dopo l’incidente alla mano, c’è stato un momento di svolta. È cambiato qualcosa e non tornerà mai più. Ho appreso l’accettazione del cambiamento, che è stata un’operazione molto complicata ma doverosa”.
“Dicevo non potrò più suonare. Poi la dedizione, la mia famiglia, l’affetto del pubblico mi hanno consentito di accettare il cambiamento”, prosegue Nek che ammette di essere rinato con lo step fondamentale di Sanremo 2015, quando ha partecipato alla competizione con Fatti Avanti Amore.
“Nel mio mestiere si rinasce tante volte”, precisa.
Il tour nel 2023
L’attività live continuerà nel 2023 con una nuova serie di appuntamenti. In scaletta hit indimenticabili del suo repertorio, singoli che la gente stessa ha portato al successo. E ripensando al concerto che ha appena tenuto a Milano, dice: “E’ stata una grande festa, il pubblico si è divertito. Ascoltare il pubblico è la soddisfazione massima per chi fa questo mestiere. Lo fai anche perché ti piace sentirlo cantare dagli altri, significa che una canzone non è solo una canzone ma qualcosa di più. In scaletta ho messo singoli, non tutti ovviamente perché sono più di 90”.
Non solo musica, la famiglia è uno dei valori fondamentali nella vita dell’artista tanto che il momento più bello di tutta la serata riguarda Beatrice: “Vedere mia figlia saltare ieri sera e cantare è stata la cosa più bella, vedere gli occhi di mia figlia accendersi quando il papà sale sul palco”.
Beatrice però ascolta trap. “Ci sono pezzi con grandi melodie e testi un po’ più complicate da assimilare per un 50 enne” nella sua playlist, ma anche Fatti Avanti Amore di suo padre e La Teoria Del Caos in inglese.
I consigli alle nuove generazioni
Non ha consigli specifici per le nuove leve musicali ma Nek sottolinea quanto l’umiltà sia imprescindibile in ogni campo, anche in quello musicale.
“L’umiltà è una virtù sicuramente necessaria. Al di là del talento, che c’è bisogno che ci sia, l’umiltà è sicuramente una virtù che predispone all’ascolto e ai consigli, ti tiene aperto, ti pone in una posizione di apertura, quindi la consiglio ad un giovane sempre. Poi anche passare dalla porta principale e mai evitare il pubblico, stringere qualche mano in più, perché poi mancheranno e li andrai a cercare e non ci saranno più perché saranno andati altrove”.
E Nek vanta un’esperienza importante a supporto degli artisti emergenti: è stato coach del talent show Amici: “C’era il mio desiderio di supporto nei confronti dei ragazzi. Coach e non giudice perché sarebbe stato più complicato per me giudicare senza dare consigli, senza vivere con loro momenti delicati di un contenitore che non ho mai vissuto”.