La Commissione Ue punta a ridurre i rifiuti di imballaggio e lo fa rilanciando il “vuoto a rendere” per lattine e bottiglie di plastica e puntando sul riuso. L’obiettivo è di abbassare, entro il 2040, la soglia del 15% pro-capite di scarti generati dal packaging dei prodotti.
La proposta di regolamento diffusa prevede che entro il 2030 il 20% delle bibite vendute in take-away dovrà avvenire in contenitori riutilizzabili oppure usare quelli propri dei clienti. Si punta così a raggiungere, entro il 2040, l’80%.
All’interno di bar e ristoranti saranno vietati contenitori monouso. Negli hotel i flaconcini per shampoo e bagnoschiuma dovranno essere riutilizzabili. Inoltre per tutti gli imballaggi in plastica sarà obbligatoria una percentuale di materiale riciclato. Novità anche per quanto riguarda i prodotti in plastica riciclabile venduti nei Paesi dell’UE. Dovranno riportare l’etichetta con l’indicazione relativa ai tempi necessari per biodegradarsi.
Il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, nel presentare la proposta ha spiegato che “nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti”, aggiungendo che “in Italia moltissimo già è stato fatto sul riciclo”, ma “tutte le pratiche di riciclo funzionano veramente bene”. Secondo Timmermans “il riutilizzo non è in competizione con il riciclo”, ma “abbiamo bisogno di entrambi gli strumenti, come di più impianti per il trattamento dei rifiuti”.