Arriva al termine la settima edizione de “Il Collegio” che proprio oggi, martedì 29 novembre, alle 21.20, andrà in scena con la puntata finale ma, soprattutto, gli esami che metteranno a dura prova i ragazzi. I collegiali di questa edizione sono pronti ad affrontare gli esami e solo chi si sarà distinto in positivo, otterrà il diploma, mentre gli altri si troveranno ad affrontare la bocciatura.
In un’atmosfera già carica d’ansia, i ragazzi si ribelleranno per la mole di studio che si troveranno ad affrontare proprio in vista degli esami ma le prove che i collegiali dovranno affrontare non sono solo quelle legate allo studio perché in molti si troveranno a dover affrontare le proprie emozioni partendo proprio dai cambiamenti che l’esperienza al Collegio ha prodotto in loro. A questo va associato anche tutto quello che è successo nella scuola tra amicizie che sono nate e piccoli amori che potranno continuare a crescere fuori.
Ecco il promo del finale di oggi:
Chi supererà gli esami e otterrà il diploma?
— Ufficio Stampa Rai (@Raiofficialnews) November 29, 2022
Giunge al termine la settima edizione de #IlCollegio, il docu-reality di @RaiDue e @ItaliaRai: gli studenti potranno abbandonare il 1958 e rimettersi gli abiti civili.
Martedì #29novembre alle 21.20 su #RaiDue➡️https://t.co/Kf5oIqskxW pic.twitter.com/B0i7J4cBUu
Sullo sfondo si avvicinerà l’ora in cui potranno rimettersi gli abiti civili e abbandonare il 1958 tornando alla vita di tutti i giorni ma non tutti saranno pronti a farlo. A rovinare questa atmosfera intimista saranno i risultati degli esami finali de Il Collegio perché le anticipazioni rivelano che non tutti riusciranno ad ottenere il diploma: due collegiali non supereranno le prove scritte di Italiano e Matematica e non verranno ammessi agli orali, ma anche fra chi andrà all’orale ci saranno situazioni a rischio.
Fra proiezioni di diapositive strappalacrime e il ballo di fine anno, i ragazzi del 1958 regaleranno le ultime emozioni di questa edizione e anche un insegnamento valido per ogni epoca: la scuola, che a fine anni ’50 era un privilegio per pochi, può e deve continuare ad essere il luogo in cui agli studenti è concesso di ottenere il risultato più importante: crescere.