Non è per nulla una buona notizia quella relativa all’aumento dei costi di disattivazione di una rete fissa WindTre. Il vistoso cambiamento è entrato in vigore dallo scorso 21 novembre e comporterà una spesa maggiorata per chiunque vorrà recedere anticipatamente dal contratto con l’operatore per passare ad un altro o per la dismissione vera e propria della linea.
Fino a pochi giorni fa, esattamente fino al 20 novembre, il calcolo dei costi da sostenere per i clienti in caso di recesso anticipato da un contratto seguiva una normativa AGCOM ben precisa, ossia la 487/18/CONS. Senza entrare in tecnicismi relativi ai singoli piani telefonici, grazie a questa norma, i clienti finali erano tutelati nella specifica situazione, non pagando più di una mensilità aggiuntiva della propria offerta dopo aver deciso di chiudere del tutto una linea o passare alla concorrenza. Proprio per le modifiche appena introdotte, non ci sarà più il freno specifico posto dall’Autorità e gli eventuali costi sono destinati a lievitare.
Ecco i cambiamenti ora in vigore più nello specifico: in caso di passaggio ad altro operatore, i costi di disattivazione varieranno dai 44 euro per linee ADSL e solo voce ai 35 euro per linee FTTC e infine 36 euro per linee Fibra FTTH. Ancora, nel caso di dismissione effettiva della line, l’operatore procederà all’addebito di 53 euro per linee ADSL e solo voce, 46 euro per linee FTTC, ancora 69 euro per linee Fibra FTTH e infine 49 euro per linee FWA. I prezzi fin qui indicati sono tutti da intendersi con IVA esclusa.
L’aumento dei costi di disattivazione WindTre arriva dopo un altro importante cambiamento contrattuale entrato in vigore dal 21 novembre. Quest’ultimo prevede l’adeguamento delle tariffe dell’operatore all”inflazione secondo la cosiddetta clausola ISTAT, ma solo dal prossimo 1 gennaio 2024. Ad ogni modo, anche questo sarà un elemento da prendere seriamente in considerazione per i clienti del vettore.