Mentre il testo si trova attualmente nelle mani della Commissione Giustizia al Senato, arriva il pensiero di Morgan sul decreto anti-rave che ha infiammato le prime pagine dei quotidiani (anche online) durante la prima settimana di novembre.
A contestare maggiormente il testo presentato come primo effettivo intervento del nuovo governo di Giorgia Meloni è Forza Italia, nella persona Pierantonio Zanettin, che prevede un intervento drastico sul decreto anti-rave già bocciato dai giuristi per le informazioni ritenute “poco chiare”. Vittorio Manes, ad esempio, parla di “norma che di fatto non serve”. Il tutto, ricordiamo, è nato a seguito del rave avvenuto a Modena.
Secondo Zanettin le modifiche drastiche sono motivate da quanto segue:
“Occorrerà modificare la norma di cui al nuovo articolo 434-bis del codice penale per evitare di essere accusati dell’introduzione di norme liberticide, da Stato di polizia“.
Una maggioranza che quindi si arena, se vogliamo, per forti contrasti su un testo che, secondo il presidente delle Camere penali Gian Domenico Caiazza parla “di tutto fuorché di rave party”. Su questo aspetto, quindi, si colloca il pensiero pubblicato da Marco Castoldi, in arte Morgan, sul decreto anti-rave, sulla sua pagina Instagram e nelle storie del suo profilo.
“Secondo me un ‘rave’ è un concerto di musica elettronica, un happening musicale e la musica elettronica è importante tanto quanto quella sinfonica, il pop e il jazz. Quindi è assurdo fare leggi punitive senza dare una dignità musicale, costringendo il mondo della produzione e fruizione di quella musica ed essere clandestino, è una cosa inaccettabile, che non può esistere in una società moderna e e sviluppata tecnologicamente come la nostra. Quindi la questione più importante è ‘educare’ i signori legislatori alla conoscenza di ciò che pretendono di maneggiare giuridicamente”.
Un passo indietro di Morgan nei confronti del governo di centrodestra? Quello di Castoldi, oggettivamente, non è mai stato un vero e proprio endorsement nei confronti di Giorgia Meloni. Piuttosto il cantautore brianzolo si è detto più volte deluso dalla sinistra per il suo mancato impegno nei confronti dell’arte e degli artisti.
Per questo, ma a che nel nome di una certa amicizia, Morgan ha esultato per la nomina di Vittorio Sgarbi a sottosegretario alla Cultura, e il critico d’arte gli ha promesso di assegnargli un ruolo.
Morgan, quindi, è sostanzialmente un condottiero dell’arte e per questo, nella prospettiva di un decreto anti-rave, si dimostra così critico nei confronti del governo.
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