“So che vuoi volare, hai paura di cadere, ma tu lasciati andare, vedrai che poi andrà bene”, inizia così Testa X Aria, il nuovo singolo di Lorenzo Fragola e Mameli. Un brano che affronta paure e insicurezze, a partire da quelle dei due artisti che, per liberarsene, nel video ufficiale si buttano da un aereo, simbolo di quel momento in cui la paura viene finalmente guardata, analizzata, affrontata e poi superata. A quel punto non ci sono più limiti: ci si butta con leggerezza, tra le braccia della libertà assoluta.
Testa X Aria parla di Lorenzo Fragola e di Mameli, ma anche di tutti noi “che oscilliamo tra euforia e terrore cercando conferme nel mondo, noi che abbiamo imparato a maneggiare la nostra incertezza del futuro per non stare troppo male”.
Intervista con Lorenzo Fragola e Mameli
Nel video di Testa X Aria vi lanciare da un aereo, come è andata?
Mameli: Il lancio è andato bene perché siamo ancora vivi (ride, ndr). Io ho un po’ di problemi all’orecchio ma li sto superando, li sto combattendo. Prima del lancio ci hanno preparato, siamo arrivati là e c’erano gli istruttori che ci hanno preparato al lancio dicendoci come ci dovevamo mettere, dove mettere mani, piedi, braccia, nulla di difficile, è tutta una questione emotiva.
Cosa rappresenta per voi Testa X Aria?
Lorenzo Fragola: La verità è che per noi questo è un brano importante perché parla veramente di noi. Io e Mario ci siamo trovati non solo nelle cose positive ma anche in un malessere, e questa è la cosa più bella di questo viaggio: vivere le cose insieme non solo con naturalezza ma anche con sincerità. Questo brano è molto sincero e l’idea di lanciarci da un aereo è nata dal desiderio di affrontare le nostre paure più profonde. Per conoscere le tue paure e superarle, devi prima imparare a guardarle in faccia. A volte con la mente voliamo ma la realtà ci tiene inchiodati al terreno, perché siamo impauriti. Anche per questo ci siamo buttati: per sentirci più liberi e sicuri di noi stessi.
“So che vuoi volare, hai paura di cadere, ma tu lasciati andare, vedrai che poi andrà bene”. Ci sono stati momenti in cui avete avuto paura di cadere?
Mameli: Ogni giorno, anche adesso.
Lorenzo Fragola: Sì, assolutamente, anche in questo momento. Alla fine è una cosa umana. La paura è fondamentale nell’uomo, nelle relazioni sociali e interpersonali… quello che viviamo ogni giorno ci condiziona e ci fa pensare di noi qualcosa che magari non corrisponde alla realtà, ci rende più insicuri. La paura di cadere c’è sempre, soprattutto quando abbiamo paura di deludere noi stessi e gli altri, ma può anche essere una risorsa che spinge a fare sempre meglio.
Come affrontate la paura di cadere?
Lorenzo Fragola: A volte ti spezza le gambe, altre volte ti fa muovere. Quando perdi il terreno sotto i piedi realizzi che è giunto il momento di cambiare qualcosa. E allora ti dici: “Buttati”.
Lorenzo, nel tuo percorso c’è stato un momento di pausa. Cosa era successo e come hai affrontato quel momento?
Lorenzo Fragola: Il momento di pausa è stato un momento di riflessione personale. Ho vissuto un momento difficile nella mia vita e quello che mi ha spinto a ricominciare è stato proprio Mario. Secondo me alla nostra relazione ognuno ha contribuito in maniera diversa. Nel mio caso è stato bello ricominciare come se fosse da zero, a partire dallo scrivere canzoni di nuovo nella cameretta come all’inizio.
Il duo può essere considerato una reazione alla paura di cadere, facendosi forza l’uno sull’altro?
Mameli: Sì, assolutamente sì.
Siete amici da tempo ma come avete deciso che avreste fatto musica insieme?
Mameli: Scrivevamo insieme da tanto ma all’inizio senza un obiettivo preciso, solo per scrivere belle cose che potessero emozionarci. Poi un giorno i nostri team ci hanno detto: “Perché non le cantate voi?” perché in realtà quando le scrivevamo a volte erano solo per Lorenzo, altre volte solo per me, ma non eravamo nell’ottica di cantarle insieme. Poi ci siamo guardati e abbiamo deciso di provare. Da lì è partito tutto ma la cosa bella è stato poi arrivare a capire qual è il messaggio che vogliamo dare, il fuoco del progetto: raccontare delle nostre paure, delle nostre ansie, delle nostre difficoltà, della nostra precarietà.
E in futuro come si evolverà questo progetto?
Mameli: Vogliamo diventare un trio, poi quattro… No, scherzo. In realtà vogliamo solo condividere le cose che abbiamo scritto. Vorremmo avere più momenti di condivisione possibili con le persone, quella è la cosa che più speriamo io e Lore.