Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è la serie tv più guardata su Prime Video, ma è anche oggetto delle critiche più feroci. Quando si parla del mondo di Tolkien, i fan della saga letteraria e cinematografica sono molto attenti a ogni dettaglio.
Gli showrunners McKay e JD Payne sanno benissimo che le aspettative erano altissime. La prima stagione ha richiesto dei tempi di produzione lunghissimi; 18 mesi in Nuova Zelanda, rallentati a causa del COVID. Per la seconda stagione, Amazon ha spostato il set a Londra. Fin da subito c’è stato un po’ di scetticismo verso la serie tv, e i fan si sono lamentati per alcune incoerenze che non coincidono con la mitologia di Tolkien.
Eppure, gli episodi della prima stagione, secondo il team creativo, migliorano con il progredire della stagione (il sesto episodio dello show del 30 settembre, il più recente, è il più votato finora su IMDb). McKay afferma che l’obiettivo della seconda stagione – le cui riprese sono iniziate il 3 ottobre ai Bray Studios – è quello di essere “più grande e migliore” a “ogni livello di grandezza”.
“Alcune persone avevano cose carine, altri no, da dire sul pilot e sul secondo episodio. Spero però che rimangano per vedere altri episodi”, dice McKay. “L’asticella deve continuare a salire”.
Il duo di showrunners ammette di essere riuscito a gestire alcune critiche dei fan poiché sono gli stessi di cui ha discusso anche il team creativo. Per esempio, alcuni degli episodi della prima stagione non hanno lo stesso pathos degli adattamenti di Tolkien, e fanno sembrare la serie come un qualunque prodotto fantasy:
“Una delle cose più importanti che abbiamo imparato è stata che anche quando è una piccola scena, deve sempre ricollegarsi alla posta in gioco più grande”, dice Payne. “Ci sono cose che non hanno funzionato bene nella prima stagione che avrebbero potuto funzionare in uno spettacolo più piccolo”, concorda McKay. “Deve riguardare il bene e il male, e il destino del mondo o non ha quella sensazione epica che desideri quando parli di Tolkien.”