Ancora uno nuova rivoluzione per quanto riguarda la guida e l’acquisizione della patente. Da agosto, infatti c’è stato un bel cambio di programma per gli amanti delle due ruote. Grazie al Decreto Infrastrutture – Bis, per prendere la patente moto A in Italia, non sarà più obbligatorio l’esame pratico. In altre parole, per i già possessori di patente, per poter passare al livello successivo, basterà semplicemente seguire un corso di formazione di 7 ore. Tutta teoria, insomma.
Ricapitoliamo brevemente: da qualche settimana, gli utenti che posseggono la patente A1 o A2, trascorsi rispettivamente due anni dal conseguimento (dai 18 anni per chi ha la A1e dai 20 per chi ha la A2), potranno aggiornare la patente di guida e passare a quella maggiore, A2 o A3, senza più dover affrontare un nuovo esame di pratica e semplicemente frequentando un corso che prevede una parte teorica della durata minima di 7 ore.
Una novità che snellisce le pratiche? In realtà no: stando a quanto sostiene Confarca, associazione di categoria di autoscuole, studi di consulenza, scuole nautiche e centri di revisione, la modifica è solo più dispendiosa per il cittadino. Il presidente Paolo Colangelo precisa che la norma introduce l’obbligo di sostenere il corso di 7 ore in autoscuola, a pagamento. Questo significa che all’utente costerà più fare le guide certificate per il passaggio di categoria anziché sostenere l’esame poiché questo passaggio è stato introdotto per sopperire alla carenza di personale presso le Motorizzazioni. D’altro canto, 7 ore di guida per una persona che ha comunque già molta dimestichezza con le due ruote sono eccessive. Sempre secondo Colangelo, sarebbe stato più opportuno che il legislatore avesse introdotto nella nuova norma anche le guide certificate.