White Noise a Venezia79 inaugura la nuova edizione della Mostra del Cinema. Dopo Storia di un Matrimonio, il nuovo film di Noah Baumbach porta in scena l’omonimo romanzo di Don DeLillo, vincitore del National Book Award. Per la sua undicesima pellicola, il regista sceglie ancora Adam Driver nel ruolo del paranoico protagonista, il professore Jack Gladney, una sorta di celebrità nel campus universitario per via dei suoi studi approfonditi e appassionati sulla figura storica di Hitler.
White Noise a Venezia79 è un adattamento cinematografico abbastanza fedele alla sua controparte cartacea, a comincia dalla divisione in capitoli della storia. La prima parte presenta la famiglia Gladney, tracciando i tratti caratteristici dei suoi componenti: oltre al citato Jack, ossessionato dall’idea della morte, c’è sua moglie Babette “Baba” (a cui presta il volto Greta Gerwig), una casalinga tipica degli anni Ottanta, che svolge attività di volontariato. Entrambi sposati diverse volte, i due abitano sotto lo stesso tetto con i quattro figli, alcuni avuti dai precedenti matrimoni.
La seconda metà di White Noise si concentra sull’evento tossico aereo, che poi è il punto focale del racconto. La vita tranquilla di un ricco sobborgo del Midwest cambia radicalmente in seguito a un incidente stradale che provoca la fuoriuscita di scorie, che successivamente diventano una minacciosa nube tossica che migra verso la zona in cui vive la famiglia Gladney. L’evento genera il panico, e i residente sono costretti ad evacuare su ordine delle autorità. L’idea della morte, che ossessiona prepotentemente Jack, diventa mano a mano più presente all’interno della storia, costringendolo poi a trovarsi faccia a faccia con la cruda realtà della situazione.
Per rendere meglio l’idea della paura che incombe come descritta nel romanzo, il film di Baumbach si affida a un approccio surreale, quasi grottesco, di fronte alla drammaticità degli eventi. Ne consegue una sorta di parabola sulla nostra modernità dove l’evento tossico rappresenta la pandemia che ha sconvolto il mondo a inizio 2020. Il libro di DeLillo è un flusso di coscienza di Jack, che racconta al lettore i suoi dubbi esistenziali, lasciandosi andare a riflessioni filosofiche e simil religiose, che giungono nel momento cruciale in cui l’odore della morte incombe su tutti noi. Il “rumore bianco” a cui allude il titolo è quello riferito al consumismo, che DeLillo e Baumbach criticano ferocemente, ma anche al ruolo dei media e al loro bombardamento, nonché alla parte che hanno nel rendere spettacolari eventi tragici (incidenti arei, violenze e carneficine).
White Noise non è certamente un film per tutti, e diventa ancora più complicato da capire i suoi triplici messaggi per chi non ha letto il libro. Il montaggio e la regia però cercando di semplificare le cose per trasmettere al pubblico visivo tutte le angosce e le paure che vivono i protagonisti.
White Noise debutterà su Netflix.