Remake del film di Akira Kurosawa, Living a Venezia79 racconta una parabola dickensiana su un uomo che si trova a fare i conti con la mortalità quando scopre di avere una malattia terminale. La pellicola ha uno stile elegante, tipico british, visibile fin dai titoli di coda che rievocano gli anni ’50, ambientazione della storia stessa. Girato in 4/3 per dare la sensazione di un film d’epoca, Living fa leva sul classico umorismo inglese, mettendo in scena una storia semplice ma commovente, fatta di buoni sentimenti.
Mr. Williams è impersonato da Bill Nighty (con una solida performance, si parla già di una delle sue migliori), una sorta di Paperon De’ Paperoni lavoratore, insensibile e per nulla empatico. L’uomo è al capo del dipartimento degli uffici pubblici della contea londinese: temuto e rispettato da tutti, nessuno osa contraddirlo; tuttavia Mr. Williams è anche molto riservato su ciò che concerne la sua vita privata. Quando gli viene diagnosticata una malattia terminale e scopre che li resta poco da vivere, il burocrate inizia a capire quali sono le cose che contano davvero e inizia a utilizzare il tempo che gli rimane rivalutando le scelte fatte finora. Solo così scoprirà cosa vuol dire davvero “vivere”.
Living a Venezia79 potrebbe essere una delle sorprese di questa edizione. Nella sua semplicità, il film diretto da Oliver Hermamus descrive uno spaccato di umanità raccontandone la vita quotidiana – tutto gira intorno alle azioni che si compiono di giorno in giorno. Grazie a una fotografia composta da colori vividi, Living ci descrive una società londinese dove ogni abitante si comporta come un robot: sveglia al mattino, tutti in fila nei loro completi scuri a prendere il treno destinazione Waterloo, e poi dritti al lavoro.
Mr. Williams è un personaggio imperscrutabile, eppure nel momento in cui capisce che la sua vita è girata solo intorno al lavoro, sente di dover rivalutare se stesso. Perché in fondo tutti meritano una seconda opportunità. Fortuito è il rapporto con la giovane Margaret (Aimee Lou Wood di Sex Education), un’ex dipendente del suo studio con cui stringe uno speciale rapporto di amicizia, tanto da alimentare cattive dicerie tra i residenti della zona. Unica pecca è il poco sviluppo dei personaggi secondari, tenuti sullo sfondo, ma altrettanto importanti per capire lo sviluppo del protagonista.
Living a Venezia79 esplora tematiche quali la vita e la morte, le secondo occasioni e la possibilità di rimediare ai propri errori. Un film delicato da guardare con sentimento.