La Nuova Zelanda ha lanciato il Piano Nazionale per la Protezione dai Disastri del Clima. Si tratta di un programma strategico che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni e organizzare una serie di interventi volti a prevenire i danni. Il ministro per il cambiamento climatico James Shaw ha palesato la necessità di mettere in sicurezza i cittadini da inondazioni, incendi e innalzamento dei mari.
Il cambiamento climatico, come visto, comporta il sorgere di fenomeni estremi che spesso hanno conseguenze disastrose, sia in termini di vittime che di danni al territorio. L’iniziativa della Nuova Zelanda è il primo passo per fronteggiare un problema incombente e può rappresentare uno stimolo per gli altri Paesi affinché prestino attenzione alla questione ambientale.
Il Piano varato dalla Nuova Zelanda prevede nuovi regolamenti urbanistici, mappatura delle aree, elenco delle criticità climatiche, e altre informazioni da rendere accessibili ai cittadini. Pur essendo un provvedimento nazionale, la sua applicazione è attuabile in modo decentrato, a livello locale. Si analizzano possibilità e costi per il trasferimento di comunità intere che vivono in aree divenute insicure per motivi legati al cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello dei mari. Secondo quanto emerge da un’analisi del Deep South College, entro il 2050 oltre 10 mila abitazioni saranno a rischio. Un terzo dei neozelandesi vive in aree con alta probabilità di inondazioni, mentre quasi 80 sono gli individui che risiedono in zone in pericolo per l’innalzamento dei mari.
Luke Kemp, del Centre for the Study of Existential Risk e del Darwin College dell’università di Cambridge, tra gli autori dello studio Climate Endgame: Exploring catastrophic climate change scenarios” pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), “Ci sono molte ragioni per credere che il cambiamento climatico possa diventare catastrofico, anche con modesti innalzamenti delle temperature. Il cambiamento climatico ha avuto un ruolo in ogni evento di estinzione di massa. Ha favorito la caduta di imperi e plasmato la storia”. Gli effetti, per Kemp “non si limitano agli impatti diretti delle alte temperature, come gli eventi meteorologici estremi – spiega -. Effetti a catena come crisi finanziarie, conflitti e nuove epidemie potrebbero innescare altre calamità e impedire la ripresa da potenziali disastri come una guerra nucleare”.