Il finale di Better Call Saul chiude un’era e, forse, anche l’intera saga di Breaking Bad. Nell’ultimo episodio, il pubblico ha finalmente avuto risposto su quale degli alter ego del protagonista, Jimmy McGill, Saul Goodman e Gene Takavic, avesse avuto la meglio, e se egli stesso fosse in grado di cambiare.
Il finale di Better Call Saul non ha un happy ending, ma senza dubbio una conclusione ottimista, che redime il personaggio di Bob Odenkirk e allo stesso tempo fa pace col passato e con l’ex fidanzata Kim Wexler, interpretata da Rhea Seehorn. Come si è conclusa la serie tv?
Il finale di Better Call Saul si differenzia da quello di Breaking Bad per il destino riservato ai rispettivi protagonisti. Walter White non mostra mai rimpianti o risentimenti per ciò che è diventato, decidendo di morire da solo nel suo laboratorio, dove aveva costruito il suo impero della droga. Saul/Jimmy/Gene quantomeno dimostra che, seppur subdolo e manipolatore fino all’ultimo, ha ancora un po’ di decenza.
Catturato dagli agenti federali, Saul rischia fino a 190 anni di carcere (la somma di tutti i reati commessi, inclusi quelli relativi agli eventi di Breaking Bad). Con il suo modo di fare, intelligente e calcolatore, l’ex avvocato riesce a farsi ridurre la pena a 30 anni. Ma non basta. Con una brillante mossa, durante il suo trasferimento in carcere, Saul confida al suo legale di avere ancora un asso nella manica da giocare: alcuni dettagli inediti sulla morte di Howard, coinvolgendo così anche Kim, che dovrà apparire in tribunale.
Eppure, sotto giuramento, Saul cambia nuovamente idea non appena apprende che l’ex fidanzata è nei guai: racconta una bugia per evitarle conseguenze penali, e si prende la responsabilità di tutte le sue azioni criminose. In quel momento vediamo Jimmy McGill, non Saul Goodman.
Il protagonista viene condotto nella prigione di stato, non prima essere stato riconosciuto dagli altri criminali sul bus che incitano “Better Call Saul!”, menzionando il suo iconico motto. Comunque siano andate le cose, il mondo lo conoscerà sempre per quel suo alter ego. La scena si sposta in carcere qualche tempo dopo, dove Jimmy riceve la visita di Kim, che si presenta come suo avvocato. C’è una scena intima tra i due, che condividono una sigaretta come nell’episodio pilota di Better Call Saul; Kim sembra riconoscere l’uomo di cui si era innamorata, e Jimmy non nasconde una certa positività per il futuro, nonostante la condanna a 86 anni: potrebbe sempre uscire per buona condotta.
Il finale di Better Call Saul è dolceamaro, chiude un cerchio su Breaking Bad e sull’intero franchise. Non aspettiamoci altri spin-off: il co-creatore Vince Gilligan è stato abbastanza chiaro al riguardo. Almeno per ora.