Era il 19 maggio 1992 quando la morte di Paolo Borsellino rimbombò in tutta Italia. L’orrenda esplosione in via D’Amelio uccise il magistrato e i cinque agenti della sua scorta. Borsellino fu ucciso da una mafia che in quegli anni serpeggiava a Palermo e in tutto il Paese con vere e proprie azioni di guerra contro lo Stato di cui il giudice era – in quel periodo storico – il più autorevole rappresentante.
Ancora oggi sulle stragi di mafia non esiste chiarezza. Solamente 57 giorni prima, il suo amico e collega Giovanni Falcone perse la vita nella strage di Capaci. Il popolo italiano chiede ancora verità e giustizia. e la ricorrenza di oggi è una nuova occasione per un grido di protesta.
Vasco Rossi lo fa nelle storie di Instagram, dove pubblica una foto di Paolo Borsellino insieme a una visione dall’alto delle terribili conseguenze della strage di Via D’Amelio. In seguito, il rocker di Zocca riprende un estratto del backstage del concerto al Velodromo Borsellino di Palermo, quando disse: “Quella contro la mafia è una guerra che bisogna vincere”, e associa questa frase ai concetti espressi nel grande classico C’è Chi Dice No.
Antonello Venditti, anche lui, esprime tutta la sua rabbia e il suo effetto per Borsellino con la sua stessa musica. Il cantautore romano riprende una sua vecchia hit, Eroi Minori, in un video in cui scorrono le immagini del giudice e delle vittime di quella giornata tremenda per lo Stato italiano.
“30 anni, io non dimentico”, scrive Eros Ramazzotti accanto alle foto della strage. Marco Mengoni ricorda Paolo Borsellino con una sua massima:
“È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”.
Levante resta in silenzio e si limita a pubblicare un’immagine di quel giorno terribile, scolpito per sempre nella memoria di un popolo lasciato solo.
Continua a leggere su optimagazine.com